Archiviata la protesta, le scuole cattoliche inaugurano l’anno in Israele
Il vicario patriarcale di Gerusalemme e il direttore generale hanno compiuto una visita in alcuni istituti del Paese. Dopo le quattro settimane di sciopero quest’anno scolastico ha “un sapore speciale e significativo”. Nelle classi un clima di “entusiasmo e buonumore”. Mons. Marcuzzo: diffondere la conoscenza della Laudato si di papa Francesco.

Gerusalemme (AsiaNews) - Archiviato lo sciopero prolungato delle scuole cattoliche contro i tagli disposti dal ministero israeliano dell’Istruzione, gli oltre 30mila studenti sono tornati da qualche giorno ad affollare le classi per partecipare alle lezioni. E, come da consuetudine, il vicario patriarcale per Israele mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, e il direttore generale del Patriarcato, p. Faysal Hijazin, hanno compiuto la tradizionale visita in uno degli istituti del Patriarcato latino e altre scuole cristiane. Secondo quanto racconta il sito del Patriarcato latino di Gerusalemme (Lpj), quest’anno l’appuntamento “ha avuto un sapore speciale e significativo”. 

Mons. Marcuzzo e p. Hijazin hanno incontrato insegnanti e studenti “vittime” dello sciopero, trovando all’interno delle classi “un clima di entusiasmo e buonumore” che la battaglia per i diritti degli studenti cristiani non ha intaccato, ma rafforzato. I due leader cristiani hanno potuto inoltre scoprire che anche i bambini delle classi elementari “erano a conoscenza dei motivi dello sciopero”. 

Dopo quattro settimane, il 28 settembre scorso si è conclusa la protesta lanciata dalle scuole cattoliche di Israele contro il taglio dei fondi e la statalizzazione degli istituti deciso da un governo che, a lungo, ha mostrato poca “sensibilità” verso gli istituti cristiani e i loro studenti. Professori e alunni hanno denunciato una doppia discriminazione: il governo aveva ridotto le sovvenzioni fino a coprire solo il 29% delle spese; allo stesso tempo, aveva posto un limite alle rette che le scuole possono ricevere dalle famiglie. La battaglia di genitori e alunni ha ricevuto il sostegno della Chiesa di Terra Santa e dei vescovi europei

In base all’accordo il governo israeliano si impegna a versare una prima rata di 50 milioni di shekels per l’anno accademico 2015-2016 (12 milioni di euro, a fronte di un budget per le scuole in Israele di 11,5 miliardi), ed è stato annullato il taglio al budget in vigore dal 2013. Agli studenti viene riconosciuto il diritto al tempo pieno e gli insegnanti verranno pagati per i corsi di aggiornamento, la malattia e i permessi speciali. I due fronti hanno poi concordato sulla nascita di una Commissione che sarà chiamata a dirimere le future controversie.

Rivolgendosi a insegnanti, studenti, genitori e autorità il vicario patriarcale di Gerusalemme ha sottolineato il loro “ruolo positivo” durante le giornate di protesta. Il prelato ha delineato il piano di lavoro della Commissione e ha chiesto di “recuperare i 14 giorni persi a causa dello sciopero”. Augurando un buon anno scolastico nel segno dell’Anno della misericordia, mons. Marcuzzo ha infine chiesto che tutte le attività scolastiche siano “orientate a permettere ai bambini di conoscere le esigenze dell’Enciclica di papa Francesco Laudato si”. 

Infine, il sito del patriarcato traccia un breve profilo di alcune scuole cattoliche di Terra Santa che, in questi mesi estivi, che sono state oggetto della visita di mons. Marcuzzo e di p. Hijazin. Fra queste l’istituto di Reneh, che ospita 1037 studenti e 66 insegnanti, che ora dispone di tre nuove aule e altre due sono state ristrutturate. La scuola di Rameh (710 studenti e 50 insegnanti) che, durante le concitate settimane di sciopero, ha ricevuto il sostegno del sindaco della cittadina. E ancora, la Jaffa di Nazareth (582 studenti, 45 insegnanti), che quest’anno celebra l’apertura della 12ma classe e resta in attesa dei permessi finali per procedere ai lavori di restauro. Nei prossimi giorni il prelato visiterà altre due scuole materne del Patriarcato, così come tutte le altre scuole che sono sotto la sua giurisdizione.