Shanghai, nuovo crollo in Borsa: persi 6,15 punti percentuali
Penalizzata anche Shenzhen, che chiude a meno 6,58%. Le vendite sono scattate dopo un’iniezione di liquidità di 17 miliardi di euro da parte della Banca centrale cinese, mossa che gli analisti hanno interpretato come “disperata”. Nuovi timori anche per la svalutazione dello yuan.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Una nuova giornata nera per le Borse cinesi, dopo un'iniezione di liquidità massiccia da parte della Banca centrale del popolo che ha scatenato nuovi dubbi sulla tenuta dell’economia nazionale. Il listino di Shanghai ha chiuso in ribasso del 6,15%, il dato peggiore delle ultime settimane, mentre quello di Shenzhen ha ceduto il 6,58%.

Le vendite sono scattate subito dopo l’immissione di 17 miliardi di euro da parte della Banca centrale cinese, decisi sulla carta per “compensare la fuga di capitali all’estero”. Ma la mossa di Pechino, secondo gli analisti, mostra invece la “necessità di continue misure di sostegno all’economia”.

Il crollo è da imputare anche all’estrema volatilità del mercato nazionale. Sempre la Banca centrale ha svalutato per tre giorni consecutivi il valore dello yuan renminbi, facendo scattare i timori di un disastro imminente per il settore produttivo nazionale. Nonostante l’apprezzamento del Fondo monetario internazionale – che giudica la decisione “un allineamento al mercato” – gli esperti temono che sia una mossa disperata per rilanciare le esportazioni ed evitare esplosioni di bolle legate alla produttività interna.

In rosso anche tutte le altre Borse dell'area Asia-Pacifico: l'indice settoriale MSCI Asia Pacific Ex Japan è scivolato ai minimi degli ultimi due anni e, da fine aprile, ha lasciato sul parterre circa 18 punti percentuali del suo valore. I mercati europei viaggiano intorno allo zero, tenendo al minimo i rischi.