Suor Meena: Schiacciata dal male, mi sono aggrappata all’amore di Dio e a Maria
di Meena Barwa
Nei pogrom anticristiani del Kandhamal (2008), la religiosa è stata vittima di stupro. In vista della festa dell’Assunzione, ripercorre la sua “personale Passione”. “Credendo nell’Unico che mi ama, Maria mi ha mostrato la strada per trovare la felicità”.

Mumbai (AsiaNews) – “Siamo consapevoli dell’esistenza del male, eppure procediamo andando incontro al futuro con fiducia e speranza”. A parlare ad AsiaNews è suor Meena Barwa, religiosa originaria del Kandhamal (Orissa). Con l’avvicinarsi della festa dell’Assunta, la suora dell’ordine delle Servitrici torna a parlare della sua “personale Passione”: lo stupro subito durante i pogrom anticristiani del 2008. “Sono stata schiacciata dal male che mi è stato inflitto, ma mi sono aggrappata alla verità, al bene, alla dignità della mia persona e alla mia vocazione”. E nei “lunghi periodi di buio e solitudine seguiti al mio trauma”, spiega, “Maria ai piedi della croce è stata la mia fonte di cura e serenità”. Di seguito, la riflessione di suor Barwa. (Traduzione a cura di AsiaNews)

La garanzia dell’amore di Dio, rafforzata dalla Madre di Cristo ai piedi della croce, mi ha sostenuto durante la mia personale Passione. Attraverso Maria, noi donne siamo state dotate dei doni di coraggio e tenacia, sensibilità e compassione, intuizione e sacrificio personale.

Nel mio cuore vi è il sigillo dell’amore del Padre e niente ha potuto separarmi da questo amore.

Sono stata schiacciata dal male che mi è stato inflitto, ma mi sono aggrappata alla verità, al bene, alla dignità della mia persona e alla mia vocazione.

Se da una parte non comprendo perché sia stato permesso che mi accadesse tutto questo, so di essere stata violata perché ero una sorella religiosa, la sposa di Cristo.

Durante i lunghi periodi di buio e solitudine seguiti al mio trauma, Maria ai piedi della croce è stata la mia fonte di cura e serenità. Riflettendo con devozione sulla Passione di Maria, ho contemplato la Madre più ferita e indifesa. Era madre di un criminale, di una persona denudata e disonorata, di un uomo disonorato e disprezzato, di una vittima di forza bruta e crudeltà disumana. Eppure, il credere di Maria nell’amore di Dio è rimasto saldo e fedele. La Passione di Maria ha rappresentato l’inizio della mia pace curatrice e del mio coraggio.

Appartengo alla congregazione delle Servitrici di Maria. La vita di Maria è stata quella di servire Dio come sua serva. Ella ha offerto la sua vita come un dono al Signore e all’umanità. Nella festa dell’Assunzione, con grazia anche io dico: “Sono la serva del Signore e di Maria”.

Sono una sorella consacrata, la sposa di Cristo, ed è stata la maternità divina che mi ha portato fino a qui. Maria è il simbolo della vittoria dell’amore, del bene, della verità, di Dio. Credendo nell’Unico che mi ama, Maria mi ha mostrato la strada per trovare la felicità.

Questa festa dell’Assunzione è un grande giorno di festa per me a livello personale, per la nostra congregazione religiosa e per tutte le donne dell’universo. L’assunzione di Maria dirige il nostro sguardo verso il Paradiso. Siamo consapevoli dell’esistenza del male, eppure procediamo andando incontro al futuro con fiducia e speranza. Il cristianesimo è una religione di speranza; attraverso Maria, siamo portatrici di speranza.

 

(Ha collaborato Nirmala Carvalho)