Jakarta, caos istituzionale: magistratura e polizia contro Commissione anti-corruzione
di Mathias Hariyadi
I giudici hanno archiviato l’indagine a carico del generale Gunawan e prosciolto il militare da ogni accusa. L’inchiesta aveva di fatto congelato la sua nomina a capo della polizia. Intanto le forze dell’ordine aprono un fascicolo sui vertici dell’anti-corruzione, per falso in atto pubblico. Società civile in rivolta.

Jakarta (AsiaNews) - In Indonesia si inasprisce lo scontro istituzionale che vede protagonisti i vertici della Commissione anti-corruzione (Kpk), la magistratura e le forze di polizia e che, di riflesso, arriva a toccare anche il presidente della Repubblica Joko "Jokowi" Widodo. Con una sentenza lampo che ha creato malumori e proteste in seno alla società civile, i giudici del tribunale di Jakarta hanno prosciolto da ogni accusa il gen. Budi Gunawan, al centro di una controversia legata alla sua nomina (poi congelata) a capo della polizia. Una decisione che, secondo analisti ed esperti di politica locale, mostra quanto gli sforzi nella "lotta alla corruzione ai piani alti" si rivelano "del tutto vani" per l'intervento di agenti esterni.

Oggi intanto emerge un nuovo fronte di scontro fra polizia e anti-corruzione: gli investigatori hanno aperto un fascicolo a carico di Abraham Samad e Bambang Widjojanto, i due leader della Kpk, perché avrebbero "contraffatto" la documentazione necessaria a una donna per ottenere il rilascio del passaporto. Una inchiesta che, per molti, è una ritorsione contro l'accusa formulata dall'anticorruzione a carico del generale Gunawan (nella foto), il candidato scelto da governo e parlamento quale prossimo capo della polizia. 

Sulla controversia ieri è intervenuta la magistratura, che ha disposto l'annullamento di tutte le accuse a carico del generale e braccio destro dell'ex presidente Megawati Sukarnoputri fra il 2002 e il 2004. Il tribunale ha di fatto sconfessato l'operato della Kpk, che aveva evidenziato anomalie nei conti correnti bancari. 

L'indagine aveva bloccato la nomina del generale - voluta dal presidente, con il benestare del Parlamento - a capo della polizia indonesiana, in sostituzione del dimissionario gen. Sutarman. Jokowi aveva di fatto congelato la propria decisione in attesa degli sviluppi giudiziari, nonostante le pressioni provenienti dal partito (Pdip) che ha sempre continuato a sostenere Gunawan, incurante delle inchieste e delle successive accuse. 

Ora la sentenza del tribunale di Jakarta, che ha dichiarato l'ex militare "non colpevole", sembra aver scritto la parola fine sulle indagini e spianare la corsa verso i vertici della polizia. Sconforto e indignazione emergono invece dal fronte dei movimenti attivi nella lotta alla corruzione e dalla società civile, che parlano di sconfitta del sistema giudiziario e della legalità. 

Negli ultimi tre anni in Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo, la Commissione anti-corruzione ha eseguito una serie di operazioni di successo contro bustarelle e malaffare; la Kpk ha mietuto vittime illustri e fatto emergere casi clamorosi in vari settori, dalla giustizia, alla politica fino all'economia. Tra i tanti ricordiamo: l'arresto di un ministro di primo piano del precedente esecutivo; del presidente della Corte costituzionale; lo scandalo che ha investito il mondo del petrolio; la condanna a 16 anni di prigione per Lutfi Hasan, ex parlamentare e presidente del partito filo-islamico Justice and Prosperous Party (Pks); infine, gli intrighi che hanno portato alla rielezione dell'ex governatore della Banca centrale.