La schizofrenia di Pyongyang contagia il calendario: cambiato (di nuovo) il Capodanno
Negli ultimi due decenni la Corea del Nord ha celebrato il Capodanno lunare insieme al resto dell'Asia. Kim Jong-un "declassa" questa tradizione e indica nel Capodanno solare (1 gennaio) l'unica vera "festa d'inizio anno". Suo nonno Kim Il-sung aveva abolito le celebrazioni tradizionali, per poi riportarle in auge; lo stesso aveva fatto il padre Kim Jong-il.

Seoul (AsiaNews) - Il Capodanno lunare, celebrato in tutta l'Asia, "è una tradizione inutile e superstiziosa. L'inizio dell'anno va celebrato il primo gennaio. Soltanto il Capodanno solare ha un senso, il resto è una perdita di tempo". È quanto si legge in una direttiva emanata alcuni giorni fa dalla Commissione centrale del Partito dei lavoratori, organo decisionale della Corea del Nord alle dirette dipendenze del giovane dittatore Kim Jong-un.

Il testo ha norma di legge e cancella le festività, molto sentite nel continente: al posto dei cinque giorni di celebrazioni pubbliche ve ne sarà soltanto uno il 19 febbraio, primo giorno del nuovo anno lunare, e non saranno distribuite razioni alimentari extra. Negli ultimi 20 anni, il Paese aveva festeggiato in questo modo l'arrivo della nuova luna. Tuttavia, la povertà estrema e l'incapacità di gestire i fondi pubblici - che finiscono nelle tasche dei fedelissimi del regime o nel programma nucleare - hanno reso le feste pubbliche un momento molto triste in cui l'esecutivo è stato costretto a mostrare la propria mancanza di risorse.

Per la popolazione nordcoreana, questo cambio di marcia non rappresenta una novità. Nel 1967 l'allora leader e padre della patria Kim Il-sung dichiarò il Capodanno lunare "una pratica datata, contraria all'ideologia socialista" e ordinò di festeggiare il nuovo anno "come si fa nel mondo civile". Tuttavia nel 1989 fu lo stesso "presidente eterno" a ordinare la ripresa dei festeggiamenti tradizionali "come ulteriore segno della superiorità della cultura coreana rispetto al resto del mondo, depravato e senza morale".

Il figlio ed erede, il "caro leader" Kim Jong-il, tenne fede ai dettami del padre tranne che per due Capodanni - quelli del 1996 e del 1997 - in cui volle festeggiare il primo gennaio. Nel 2003 instaurò la tradizione di concedere cinque giorni di festa alla popolazione e, grazie ai fondi sudcoreani inviati nell'ambito della politica di distensione, volle fare un regalo a tutti i bambini. Tuttavia, l'inasprirsi delle sanzioni internazionali dopo i test atomici e il cambio di regime hanno ribaltato di nuovo il calendario nazionale.