Essebsi è il nuovo presidente della Tunisia. I sospetti dei legami col "vecchio regime"
Beji Caid Essebsi ha conquistato oltre il 55% delle preferenze. Più di 3,1 milioni i votanti, con un’affluenza del 60% circa. Il neo presidente ha dedicato la vittoria “ai martiri della Tunisia” e assicura: “Sarò il presidente di tutti”. Lo sfidante ammette la sconfitta e assicura di lavorare per “l’unità nazionale”. Economia e islamismo le principali sfide.

Tunisi (AsiaNews) - Beji Caid Essebsi, leader politico di lungo corso e candidato del partito anti-islamista Nidaa Tounes, è il vincitore ufficiale delle prime elezioni presidenziali della storia della Tunisia. Anche i risultati definitivi confermano quanto emerso già ieri con gli exit-poll, con un margine netto nei confronti dello sfidante al ballottaggio Moncef Marzouki, che lo ha accusato di mosse "antidemocratiche" e ha riconosciuto solo in un secondo momento la sconfitta. Essebsi, 88 anni, si è assicurato il 55,68% delle preferenze, sugli oltre 3,1 milioni di votanti e un'affluenza alle urne del 60%. 

Quelle del 21 dicembre sono le prime elezioni democratiche dai tempi dell'indipendenza (1956) e dopo la rivoluzione del 2011, che ha cacciato il dittatore Zine el-Abedine Ben Ali e dato il via alle primavere arabe nel Medio oriente. 

Rivolgendosi alla nazione, il neo presidente ha dichiarato di voler essere "se Dio vuole, il presidente di tutti i tunisini e di tutte le tunisine" e ha dedicato la vittoria "ai martiri della Tunisia". Egli ha quindi voluto ringraziare "l'ex presidente [e sfidante] Moncef Marzouki, che mi ha chiamato poco fa e mi ha espresso le proprie felicitazioni. Gli ho detto - ha aggiunto - che il popolo tunisino ha ancora bisogno di me e di lui, dei suoi consigli".

Pur non rinnegando le profonde divisioni, Marzouki ha invitato i propri sostenitori - in particolare le fazioni più calde del sud del Paese - ad accettare i risultati e "tornare nelle proprie case" in nome e per il bene superiore "dell'unità nazionale". "Queste - ha concluso - sono le regole della democrazia". Lo sfidante ha denunciato casi di presunti brogli, ma non farà ricorso al tribunale per garantire "la stabilità" e la "rapida" formazione di un nuovo governo. 

Le voci critiche del Paese affermano che il leader di Nidaa Tounes, che detiene la maggioranza dei seggi in Parlamento, rappresenta "il vecchio regime" ma con "una mano di botox" per ringiovanirlo.  Secondo la nuova Costituzione, approvata lo scorso anno, egli avrà dei poteri limitati, come la guida delle Forze armate, ma i cambi della guardia ai vertici militari dovranno essere fatti in accordo col Primo Ministro. Sempre col premier egli dovrà indirizzare la politica estera, rappresenterà lo Stato e potrà ratificare i trattati. 

Essebsi, dopo aver ricevuto gli auguri e i complimenti dei principali leader mondiali, si trova ora a fronteggiare una situazione delicata nel Paese. In particolare, l'ostacolo maggiore resta l'economia in forte crisi e una povertà che resta diffusa, unita ad una crescita debole. L'altra grande sfida è rappresentata dalla sicurezza, a fronte di un'avanzata dei movimenti islamisti e del jihadismo. Del resto qualche giorno prima delle elezioni le milizie dello Stato islamico avevano minacciato attentati ed esplosioni.