Papa: solo chi ha il cuore come i piccoli, i "poveri di spirito" può capire in pieno la Rivelazione
"Tanti possono conoscere la scienza, la teologia pure, tanti! Ma se non fanno questa teologia in ginocchio, cioè umilmente, come piccoli, non capiranno nulla. Ci diranno tante cose, ma non capiranno nulla". "Chiediamo al Signore, in questo tempo di Avvento, di avvicinarci più, più, più al suo mistero e di farlo sulla strada che Lui vuole che noi facciamo: la strada dell'umiltà, la strada della mitezza, la strada della povertà, la strada del sentirci peccatori".

Città del Vaticano (AsiaNews) - Soltanto coloro che hanno il cuore come i piccoli, i "poveri di spirito" possono capire in pieno la Rivelazione. Lo ha detto papa Francesco durante la messa che ha celebrato stamattina a Casa santa Marta, commentando il passo del Vangelo di Luca  nel quale Cristo loda e ringrazia il Padre perché ha deciso di rivelarsi a chi non per la società conta nulla e a chi magari conta,  ma sa farsi "piccolo" nell'anima.

 "Lui - ha detto - ci fa conoscere il Padre, ci fa conoscere questa vita interiore che Lui ha. E a chi rivela questo il Padre? A chi dà questa grazia? 'Ti rendo lode, o Padre, Signore del Cielo e della Terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli'. Soltanto quelli che hanno il cuore come i piccoli, che sono capaci di ricevere questa rivelazione, il cuore umile, mite, che sente il bisogno di pregare, di aprirsi a Dio, si sente povero; soltanto quello che va avanti con la prima Beatitudine: i poveri di spirito".

"Tanti possono conoscere la scienza, la teologia pure, tanti! Ma se non fanno questa teologia in ginocchio, cioè umilmente, come piccoli, non capiranno nulla. Ci diranno tante cose, ma non capiranno nulla. Soltanto questa povertà è capace di ricevere la Rivelazione che il Padre dà tramite Gesù, attraverso Gesù. E Gesù viene, non come un capitano, un generale di esercito, un governante potente, no, no. Viene come un germoglio. Così abbiamo sentito nella Prima Lettura: 'In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse'. Lui è un germoglio: è umile, è mite, ed è venuto per gli umili, per i miti, a portare la salvezza agli ammalati, ai poveri, agli oppressi".

E Gesù è il primo degli emarginati arrivando addirittura a ritenere "un valore non negoziabile essere uguale a Dio". "La grandezza del mistero di Dio" si conosce soltanto "nel mistero di Gesù e il mistero di Gesù è proprio un mistero dell'abbassarsi, di annientarsi, di umiliarsi" che "porta la salvezza ai poveri, a quelli che sono annientati da tante malattie, peccati e situazioni difficili". "Fuori da questa cornice non si può capire il mistero di Gesù". "Chiediamo al Signore, - ha concluso papa Francesco -  in questo tempo di Avvento, di avvicinarci più, più, più al suo mistero e di farlo sulla strada che Lui vuole che noi facciamo: la strada dell'umiltà, la strada della mitezza, la strada della povertà, la strada del sentirci peccatori. Così Lui viene a salvarci, a liberarci. Che il Signore ci dia questa grazia".