Occupy Central: studenti e governo si preparano ai dialoghi
di Paul Wang
Riaperte tutte le scuole; la città tornata alla quali normalità. Piccoli sit-in ad Admiralty e Mong Kok. La Cina esalta il dialogo fra governo e manifestanti, ma mette in guardia dalle pretese di "eccezionalità" di Hong Kong. Jimmy Lai: Se il governo delude, la gente tornerà a manifestare.

Hong Kong (AsiaNews) - Dopo quasi 10 giorni dalll'occupazione del centro della città, gli studenti e alcuni membri del governo si sono accorsati per dialogare sulle riforme politiche del territorio. L'occupazione di Central e di alcune aree di Kowloon era stata lanciata per criticare la decisione di Pechino, sostenuta dal governo di Hong Kong, di dare a tutti la possibilità di votare per il capo dell'esecutivo nel 2017, ma lasciando in mano a Pechino la scelta dei candidati, solo tre, decisi da un comitato.

Nella notte, un gruppo della federazione degli studenti si è incontrato con Lau Kong-wah, sottosegretario per gli affari costituzionali e per la Cina, e hanno deciso di aprire i dialoghi questa settimana. Il punto critico è che il governo vuole che si discuta all'interno del quadro imposto dalla Cina.

Intanto le comunicazioni e la vita nel  territorio stanno tornando alla normalità: tutte le scuole elementari e superiori dell'isola sono state riaperte, anche se vi sono tuttora gruppi di studenti che occupano piccole zone in Admiralty e Mong Kok. La polizia ha dichiarato che vi sono ancora circa 3 km di strade occupate dai dimostranti, in confronto ai 5 km dei giorni passati.

Ogni tanto a Mong Kok avvengono discussioni fra passanti e dimostranti. Una ragazza di 15 anni, Crystal Kong, spiega: "Io capisco che portiamo qualche disturbo ad alcune persone. Ma stiamo facendo questo per Hong Kong". I giovani ricevono conuqe sostegno dala popolazione nella pulizai delle strade al mattino, nel ricevere cibo e bevande durante la giornata, nelle visite serali dopo il lavoro.

In un editoriale riportato oggi sulla pagina web, il Quotidiano del popolo esalta "dialogo e riconciliazione" in Hong Kong, ma avverte che il territorio non può pretendere di essere trattata in modo "eccezionale" rispetto alla Cina.

Il timore di Pechino, che ha bloccato ogni comunicazione da Hong Kong verso la Cina,  è che le richieste di democrazia e le manifestazioni si diffondano anche nel continente. Nei giorni scorsi, il gornale del Partito ha perfino difeso gli attacchi della polizia contro gli studenti pacifici e inermi.

Ieri il card. Joseph Zen, grande sostenitore della democrazia e della disobbedienza civile, aveva consigliato agli studenti di terminare le occupazioni, per evitare un'escalation delle violenze e per lasciare spazio al dialogo dopo il forte messaggio inviato al governo e a Pechino.

Jimmy Lai, imprenditore filo-democratico di Hong Kong, mostra sceticismo verso i dialoghi aperti dal governo: "Sono sicuro - dice - che nei dialoghi il governo prometterà qualcosa che tranquillizzerà la gente temporaneamente". "Ma - aggiunge - quando queste promesse verranno rotte, la gente ritornerà  [a dimostrare]".