Seoul, ricoverato dopo 40 giorni di sciopero della fame uno degli attivisti del Sewol
Nel disastro del 16 aprile Kim Young-oh ha perso la figlia di 17 anni. Da allora si batte insieme ad altri familiari delle vittime per una nuova legge che punisca davvero i responsabili della strage. L'uomo ha potuto incontrare papa Francesco prima della beatificazione dei 124 martiri coreani, e gli ha donato la spilla gialla simbolo della protesta. Il pontefice l'ha portata per tutto il viaggio.

Seoul (AsiaNews) - Dopo 40 giorni di sciopero della fame per chiedere "giustizia e verità" dopo la strage del Sewol, Kim Young-oh è stato ricoverato in un ospedale di Seoul. L'uomo, stremato, ha potuto incontrare papa Francesco in piazza Gwanghwamun prima della beatificazione dei 124 martiri coreani (v. foto). Nonostante le sue condizioni siano giudicate "estremamente serie" dai medici che lo hanno ricoverato, Kim ha annunciato che continuerà la sua protesta. Al momento vive assumendo soltanto acqua e pillole di sodio.

Lo scorso 16 aprile, per cause ancora sconosciute, il traghetto Sewol diretto verso l'isola di Cheju è affondato: nel disastro sono morte quasi 300 persone, per la maggior parte studenti del liceo in gita scolastica. Fra questi anche Kim Yu-min (17 anni), ritrovata morta in acqua 9 giorni dopo la tragedia. Secondo i familiari delle vittime, il governo di Seoul sta cercando di coprire i veri responsabili di quanto accaduto: la legge varata per investigare sull'accaduto è giudicata "troppo morbida" e non prevede fra le accuse l'omicidio colposo.

Per questo, i familiari hanno iniziato una lunga campagna di protesta nella piazza centrale di Seoul. Prima dell'arrivo di papa Francesco, la polizia aveva intimato loro di sgomberare ma il picchetto ha resistito. Il pontefice, informato dell'accaduto già da tempo, ha deciso di incontrarli prima di raggiungere l'altare la mattina del 16 agosto e si è appuntato sulla mozzetta una spilla a forma di fiocco giallo, simbolo della protesta.