Guerra di Gaza: Israele pronto a prolungare la tregua. Ma Hamas chiede la fine del blocco
Proseguono i dialoghi al Cairo. A Gaza si tenta il ritorno alla normalità. Elettricità erogata solo tre ore al giorno. Oltre 30mila case danneggiate. Scoperti cadaveri fra le rovine. Più di 1800 i morti fra i palestinesi, in maggioranza civili; 67 fra gli israeliani, in maggioranza militari.

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Il cessate-il-fuoco di tre giorni accettato da Israele e dalle fazioni di Hamas a Gaza  entra nel suo terzo giorno, mentre le delegazioni di entrambi gli schieramenti discutono al Cairo per una tregua più stabile.

Israele ha proposto di prolungare il cessate il fuoco, ma Hamas esige come condizione che al Cairo i negoziati raggiungano risultati positivi, fra cui la cancellazione del blocco della Striscia e la riapertura dei passaggi verso l'Egitto e Israele.

Un portavoce dell'esercito israeliano ha confermato che 27mila riservisti richiamati per il conflitto sono stati rimandati a casa, mentre altri 55mila rimangono all'opera.

Intanto, a Gaza si cerca di ritornare alla normalità: negozi, banche, mercati sono stati riaperti.

Migliaia dei quasi 500mila sfollati durante le operazioni militari israeliane di terra sono tornati alle loro case devastate. Fonti palestinesi affermano che circa 6mila strutture sono state distrutte in modo totale e almeno 32150 case danneggiate.

L'elettricità viene erogata solo per tre ore al giorno, dopo che bombe israeliane hanno colpito l'unica centrale elettrica della Striscia. Secondo le autorità palestinesi occorrerà almeno un anno per riportate le forniture di elettricità al livello di prima della guerra, in media otto ore al giorno.

Ieri le squadre di emergenza hanno scoperto 10 corpi senza vita fra le rovine di Rafah e di altre zone bombardate. Il bilancio completo di quattro settimane di guerra porta a 1885 i morti, dei quali almeno 430 bambini e 79 anziani. Fonti sanitarie palestinesi stimano a 9567 i feriti, compresi 2878 bambini e 374 anziani.

Da parte israeliana, i morti sono 67 di cui solo tre sono civili, compreso un  migrante thai.

Nel suo primo commento, dopo la tregua, il premier israeliano Benjiamin Netanyahu ha difeso l'operato del suo Paese di fronte alle critiche internazionali, giustificando il conflitto. "Penso - ha detto- che esso era proporzionato, [anche se] questo non cancella in alcun modo il profondo dispiacere che abbiamo per la perdita di ogni singola vittima civile".