Si dimette la Commissione elettorale per l'interferenza di Maliki e dei giudici
Dalle liste vengono eliminati membri del partito Baath, ancora legati a Saddam Hussein, ma anche oppositori politici sunniti. Il premier sciita preferisce il pugno duro verso i militanti estremisti, piuttosto che raccordare i sunniti nel dibattito politico.

Baghdad (AsiaNews/Agenzie) - A poche settimane dalle elezioni parlamentari, la Commissione elettorale ha rassegnato le dimissioni per protestare contro le ingerenze della politica e l'uso sfrontato del potere giudiziario.

Il gruppo afferma di aver ricevuto enormi pressioni per interpretare in modo molto selettivo la legge elettorale. Secondo questa, occorre escludere dalle liste i candidati che non hanno "buona reputazione".

Ma per il potere giudiziario, questa indicazione va assunta in modo molto restrittivo; per il parlamento ciò significa escludere solo chi è stato condannato per crimini.

Nelle scorse settimane sono stati eliminati candidati del partito Baath, ancora legati a Saddam Hussein, ma anche molti oppositori politici del premier Nouri Al Maliki, come l'ex ministro delle finanze Rafa al-Issawi.

Secondo analisti, una maggiore apertura è necessaria per inserire nel processo parlamentare le componenti sunnite e arabe, che già emarginate nelle precedenti elezioni, rischiano di appoggiare i gruppi militanti violenti.

Maliki e altri politici sciiti sono più decisi a mostrare durezza verso i militanti che tentare di riprendere i contatti con i sunniti.

Le tensioni politico-settarie sono alla base delle violenze attuali in Iraq. In questo mese almeno 400 persone sono state uccise in vari attentati.