Rallenta ancora l'economia cinese: giù il PMI non manifatturiero
Cala di 1,2 punti rispetto a dicembre. E' il dato più basso in cinque anni. Hotel, servizi, posta, pubblica utilità sono sotto la soglia dei 50 punti. Sempre più industrie si trasferiscono in Africa, dove il salario medio è di 50 dollari Usa. Nel Guangdong (a Shenzhen) il salario minimo è di circa 300 dollari Usa.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - L'indice per le attività commerciali in Cina, quali hotel, servizi, posta, trasporti, edilizia e pubblica utilità, nel mese di gennaio è sceso al di sotto della soglia di 50, indicando una ulteriore contrazione dell'economia.

Più in generale, l'indice Pmi (Purchasing manager index) di gennaio 2014 per il settore non manifatturiero è di 53,4, con una contrazione di 1,2 punti rispetto al mese precedente. Questo dato, rilasciato dall'Ufficio nazionale di statistica è il più basso degli ultimi cinque anni.

Esso mostra che vi sono meno ordini dall'estero, ma anche meno domanda all'interno.

Ad ogni modo, l'indice per le attività commerciali legate al trasporto su ferrovia e al ritaglio sono rimaste a un valore alto di 60, anche se si nota un rallentamento.

La riduzione del Pmi non manifatturiero segue di pochi giorni la pubblicazione del Pmi nell'industria, anch'esso in calo (50,5 in gennaio, da 51 in dicembre: il dato più basso negli ultimi sei mesi).

Secondo diversi esperti, la Cina sta perdendo sempre più la caratteristica di "fabbrica del mondo", a cui affidare ogni produzione. Gli investitori stranieri e gli stessi cinesi stanno spostando le linee di produzione in luoghi dove la manodopera costa ancora meno che in Cina.

L'Africa è divenuta il luogo privilegiato. Il salario medio di un operaio in Africa è di 50 dollari Usa. Al confronto, a Shenzhen, il salario minimo è salito a 1808 yuan (298,3 dollari Usa).