Epifania, una "festa di fraternità" anche per i non cristiani della tribù Mundari
di Nirmala Carvalho
Il p. Lino Fernandes, missionario del Pilar, ha ottenuto dai capi tribali il permesso di celebrare una festa natalizia in villaggi composti al 99 % da non cristiani: "La fraternità di cui parla papa Francesco nel suo Messaggio per la Pace è proprio questa. Condividere l'amore, dono di Dio, è fondamentale non solo per i cattolici ma per tutti gli esseri umani".

Mumbai (AsiaNews) - La fraternità con tutti, anche con i non cristiani, "è il nostro bene più prezioso. Nel suo Messaggio per la Giornata mondiale della Pace, papa Francesco ci invita a investire in questo campo: e la chiamata alla fraternità è importantissima soprattutto nella mia parrocchia, composta da tribali, perché può divenire un ponte fra culture che aiuti a sanare le disuguaglianze e la povertà". Ne è convinto p. Lino Fernandes sfx, missionario del Pilar che guida la parrocchia Beata Madre Teresa di Siadih (diocesi di Jamshedpur), composta per lo più dai tribali Mundari.

La sua missione comprende in totale 45 famiglie sparse in 25 villaggi, 10 dei quali lontani anche 15-20 km dalla chiesa. P. Fernandes appartiene alla Società dei missionari di san Francesco Saverio - nota con il nome di "Società del Pilar" - nata a Goa nel 1887. Durante il viaggio per andare a trovare i suoi parrocchiani, racconta ad AsiaNews, "ho potuto visitare e celebrare le festività natalizie anche in villaggi che al 99 % sono composti da non cristiani. Siamo andati nel villaggio di Badani, che ha solo due famiglie cattoliche su 600 abitanti, e con il permesso dei capi religiosi e tribali abbiamo organizzato una festa per l'Epifania".

"Siamo arrivati intorno alle 9 del mattino - racconta - e tutto il villaggio ci ha accolto. In prima fila c'erano il munda (capo tribale) e il pahan (capo religioso). Hanno cantato una canzone di benvenuto e ci hanno lavato le mani, il loro modo di omaggiare gli ospiti. Abbiamo disposto una Grotta della Natività con l'aiuto di tutti gli abitanti: i bambini correvano in giro per cercare gli addobbi mentre gli uomini preparavano la mangiatoia. È stato molto commovente vedere la loro reverenza nei confronti di questo simbolo cristiano".

Da un punto di vista culturale, il presepe ha molto colpito i tribali: "Cristo nasce in povertà, circondato da buoi, asini e scimmiette. Nella loro cultura tribale questo è un concetto molto potente, che gli fa accettare la nascita di Cristo e riconoscerne la potenza. Come i pastori, anche loro sono stati umili testimoni del Neonato. Le due famiglie cattoliche hanno cantato alcuni inni natalizi nella lingua mundari, e nella stessa lingua abbiamo subito dopo proclamato il Vangelo della Natività".

Il p. Fernandes ha avuto anche modo di fare catechismo: "Ho annunciato il messaggio cristiano e dato loro la Buona Novella: Dio ci ama tutti, e come prova del Suo grande amore ci ha mandato il Suo unico Figlio che è morto e risorto per i nostri peccati. Gli abitanti hanno venerato con molta devozione e rispetto la Grotta, insieme ai loro leader. Voglio ringraziarli tutti per questa splendida festa".