Pakistan in lutto per la morte di due eroi della lotta contro l’estremismo islamico
In un attentato a Karachi ha perso la vita un "super-poliziotto", protagonista di numerosi raid contro frange talebane e fondamentaliste. Già in passato era stato oggetto di attentanti, ai quali era sopravvissuto. Si moltiplicano le richieste di onorificenze per il giovane che si è immolato per salvare la propria scuola, e i compagni, da un kamikaze pronto a farsi esplodere.

Islamabad (AsiaNews/Agenzie) - Attivisti e società civile pakistana onorano la memoria di due personalità diverse fra loro, che hanno sacrificato la loro vita nella comune lotta contro l'estremismo islamico che da anni insanguina il Paese. Ieri in un attentato a Karachi ha perso la vita Chaudhry Aslam, capo della sezione antiterrorismo locale, funzionario di polizia di lungo corso e volto noto nella battaglia contro i talebani. Continuano, intanto, le celebrazioni per il giovane studente che, il 6 gennaio scorso, si è immolato per difendere la propria scuola nell'area di Hangu, cittadina della provincia di Khyber Pakhtunkhwa, da un attentatore suicida pronto a compiere una strage.

Nell'attentato contro il super-poliziotto a Karachi sono morte altre due persone. Chaudhry Aslam si trovava a bordo di un convoglio delle forze dell'ordine, quando nei pressi dell'area di Essa Nagri è stato attaccato da un mezzo carico di esplosivo. La deflagrazione ha devastato molti mezzi e diversi edifici della zona. Già in passato egli era stato oggetto di attentati, ai quali era però sempre riuscito a sfuggire. 

I talebani pakistani hanno rivendicato l'attacco, sottolineando di aver assassinato il poliziotto perché in passato egli aveva "ucciso, torturato e ferito" membri delle milizie estremiste. Del resto Aslam aveva utilizzato in molte occasioni la mano pesante, preferendo la via dello scontro a fuoco e dell'uccisione sul posto dei combattenti piuttosto che arrestarli e condurli di fronte a un giudice, in un'aula di tribunale. 

Intanto continuano a giungere tributi e celebrazioni alla memoria di Aitzaz Hasan, il 15enne studente che si è immolato, sacrificando la propria vita, per impedire che un attentatore suicida colpisse l'istituto provocando una strage fra gli allievi. Il 6 gennaio scorso il ragazzo si trovava all'esterno dell'edificio, quando ha scorto un uomo che indossava un giubbotto carico di esplosivo. Nonostante il richiamo degli amici, egli ha voluto affrontare di persona il kamikaze il quale - per evitare di essere catturato - ha attivato il detonatore. 

Nasir Khan Durrani, capo della polizia di Khyber Pakhtunkhwa, chiede che venga assegnata una onorificenza al valore civile per il gesto eroico del giovane, che ha agito con "valore e coraggio", salvando la vita "di centinaia di studenti innocenti". Anche sui social network si moltiplicano i messaggi di cordiglio e vicinanza al giovane, diventato in poche ore un vero e proprio eroe nazionale. L'attentato è avvenuto in un'enclave sciita, in una nazione in cui la grandissima maggioranza degli abitanti professa l'islam sunnita e registra negli ultimi anni una progressiva islamizzazione, con attacchi mirati verso singoli e comunità appartenenti alle minoranze.

In passato talebani ed estremisti pakistani hanno preso di mira scuole e istituti educativi - in particolare femminili - del Paese, considerando l'istruzione un vero e proprio tabù. Di contro, attivisti e membri della società civile hanno posto l'accento sulla sfida educativa (alla quale AsiaNews ha dedicato un dossier in passato), uno dei fattori chiave per favorire la rinascita della nazione.