Scintille fra Cina, Usa e Giappone sulla zona aerea di controllo delle Senkaku/Diaoyu
Pechino ha stabilito una zona di difesa aerea, ma ha lasciato passare senza fare nulla bombardieri Usa, aerei coreani e giapponesi. Filippine, Giappone e Corea del Sud temono che la zona sia il primo passo verso una rivendicazione di sovranità dell'aerea.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) - Non si placa la tensione fra Pechino, Washington, Tokyo e Seoul dopo che i cinesi hanno stabilito una zona di identificazione per la difesa aerea (Zida) nel Mar Cinese orientale.

La Zida, stabilita dal Ministero della Difesa di Pechino il 23 novembre scorso, esige che tutti gli aerei che entrano nell'area si identifichino e seguano le indicazioni della Difesa. Se i velivoli non sottostanno alle indicazioni, la Difesa prenderà "misure difensive di emergenza".

La Zida di Pechino copre un'area contesa con il Giappone - le famose isole Senkaku/Diaoyu - e si sovrappone in parte alle zone di difesa di Taiwan e della Corea del Sud.

La decisione unilaterale di Pechino è stata subito sfidata: Gli Usa hanno inviato due bombardieri B52 attraverso la zona, senza dare notizia a Pechino; la Sudcorea ha inviato un aereo militare per un volo-pattuglia; il Giappone ha ordinato alle sue compagnie aeree - Ana e Japan Airlines - di non sottostare alle richieste della Cina, così che decine di voli ogni giorno sfidano l'indicazione di Pechino.

Di fronte a tutte queste sfide, la Cina non ha risposto. Dopo il volo dei due B52, il ministero della Difesa ha detto che per esso era importante di aver riconosciuto e identificato i velivoli.

Il timore dei Paesi dell'area - Corea del Sud, Giappone, Taiwan e Filippine - è che dalla Zida si passi a una rivendicazione di sovranità. Nel Mar cinese orientale la Cina lotta da tempo col Giappone per la sovranità sulle isole Senkaku/Diaoyu; con le Filippine lotta per le Scarborough Shoal. Nel Mar Cinese meridionale Pechino rivendica la sovranità delle Spratly e delle isole Paracel, rivendicate anche da Vietnam, Brunei, Filippine, Malaysia e Taiwan.

Tutti questi Paesi usano l'amicizia con gli Stati Uniti per una politica di contenimento dell'espansionismo cinese.