Decine di morti e centinaia di feriti negli scontri fra islamisti pro-Morsi e la polizia
Centinaia di arrestati. L'Alleanza per il ritorno dell'ex presidente Morsi vuole mobilitare scuole e università. Negli scontri la popolazione civile ha dato man forte ai militari contro i Fratelli musulmani, accusati di terrorismo.

Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) - Almeno 50 persone sono state uccise negli scontri fra islamisti e polizia, mentre decine di migliaia di altri egiziani partecipavano alle cerimonie per l'anniversario della guerra israelo-araba del 1973 ( del "Kippur").

I sostenitori del presidente Mohamed Morsi, deposto lo scorso luglio, hanno cercato di entrare nella famosa piazza Tahrir, con cartelli inneggianti a Morsi e critiche al generale Al Sisi, ma si sono scontrati con la polizia che ne ha impedito il passaggio. Secondo testimonianze, molti civili hanno aiutato la polizia contro gli islamisti, che vengono tacciati di terrorismo.

Il ministero della sanità afferma che 45 persone sono state uccise al centro del Cairo; 5 a sud della capitale; 268 sono state ferite. Per il ministero, le persone sarebbero state uccise da proiettili e colpi di fionda. La polizia ha arrestato 423 dimostranti pro-Morsi, accusandoli di aver sparato e aver lanciato sassi con le fionde.

Quello di ieri è il bilancio più pesante dal 14 agosto, quando l'esercito ha sgomberato due sit-in dei Fratelli musulmani, in cui sarebbero morte un migliaio di persone, fra cui molti soldati, colpiti dalle armi possedute dai dimostranti.

Dalla caduta di Morsi, dopo imponenti manifestazioni contrarie che hanno radunato decine di milioni di egiziani, i Fratelli musulmani sono stati messi fuorilegge, i loro capi e molti seguaci in prigione. Ma il gruppo sta cercando di polarizzare la situazione, chiedendo il ritorno di Morsi. Per questo essi hanno promesso di continuare le proteste, mobilitando scuole e università.