Yudhoyono ignora le proteste e vola negli Usa a ricevere il premio pro-diritti umani
di Mathias Hariyadi
Associazioni umanitarie, minoranze religiose e musulmani moderati contestano l’assegnazione e manifestano in piazza. Contrario anche l’ex presidente di Muhammadiyah. Il presidente indonesiano parla di riconoscimento per “i traguardi” di una nazione e non di “successo di un singolo individuo”.

Jakarta (AsiaNews) - Il presidente Susilo Bambang Yudhoyono ha lasciato l'Indonesia, per un viaggio di lavoro di sei giorni che toccherà fra gli altri la Svezia e gli Stati Uniti, dove è prevista la consegna di un premio a lui per la "promozione della libertà religiosa". Ed è proprio attorno al riconoscimento, che si consuma da giorni la polemica politica fra il governo di Jakarta e i rappresentanti delle minoranze, sostenuti nella loro battaglia dalle associazioni pro diritti umani e da movimenti musulmani moderati. Tuttavia, il capo di Stato e i ministri a lui vicini respingono le accuse, sottolineando che si tratta di un riconoscimento "ai traguardi raggiunti da un'intera nazione" piuttosto che "il successo di un singolo individuo".

La controversia è iniziata all'indomani dell'assegnazione al presidente Yudhoyono del premio World Statesman Award, ideato dalla Appeal of Conscience Foundation (Acf), base a New York e nata nel 1965, in cui si celebra una personalità distintasi in tema di difesa della libertà religiosa. Il primo, durissimo intervento è del filosofo e sacerdote gesuita p. Franz Magnis Suseno, seguito poi da numerose prese di posizione che contestano la decisione.

Al capo di Stato viene imputata una mancanza di "coraggio politico" nel tentativo di cambiare davvero la società indonesiana - nazione musulmana più popolosa al mondo, in larghissima maggioranza sunnita - e mettere fine alle violenze di carattere confessionale. Negli ultimi mesi si sono infatti ripetuti gli attacchi contro sciiti, ahmadi, protestanti e cattolici nell'indifferenza delle istituzioni e del governo centrale.

Nei giorni scorsi è intervenuto anche il prof. Syafii Maarif, ex presidente di Muhammadiyah, la seconda organizzazione musulmana moderata per importanza del Paese, il quale ha criticato con durezza l'assegnazione del premio a Yudhoyono. Altre proteste di piazza hanno toccato la capitale, raggiungendo il culmine il 23 maggio scorso con adesioni massicce di varie fazioni e gruppi pro diritti umani.

Ieri, intanto, il capo di Stato ha lasciato il Paese alla volta della Svezia, prima tappa del suo viaggio all'estero. Dopo aver incontrato i vertici della politica e della finanza a Stoccolma, domani volerà a New York per ricevere il premio della discordia.