Papa: la "lavanda dei piedi" ai giovani di Casal del Marmo, "è un dovere che mi viene dal cuore e amo farlo perché il Signore così mi ha insegnato".
Francesco celebra l'inizio del Triduo pasquale nel carcere minorile di Roma. "Non è che dobbiamo lavare i piedi tutti i giorni gli uni gli altri!". "Ma dobbiamo aiutarci uno l'altro. Delle volte mi sono arrabbiato con uno o con un'altra: lascia perdere! Se uno ti chiede un favore, fatelo. Aiutarci l'un l'altro: questo Gesù ci insegna e questo io faccio".

Roma (AsiaNews) - "Dobbiamo aiutarci l'un l'altro" e "quello che sta più in alto deve essere al servizio degli altri". Il Papa spiega così ai 10 ragazzi e alle due ragazze del carcere minorile di Casal del Marmo la "lavanda dei piedi" che compie. E raccomanda: "non lasciatevi rubare la speranza".

Nella prigione minorile di Roma - dove il 6 gennaio 1980 si recò Giovanni Paolo II e il 18 marzo 2007 Benedetto XVI -  il Papa ha voluto celebrare la messa "in coena Domini" con la quale si apre il Triduo della Settimana santa.

Il clima è molto familiare: per la maggior parte i 49 detenuti non sono cristiani e non sono italiani. Il cappellano, padre Gaetano  Greco, nei giorni scorsi ha dovuto illustrare il significato del gesto. Lo fa anche papa Francesco, in una breve omelia a braccio. Gesù, spiega, insegna ad "amarci l'un l'altro", e io "lo faccio di cuore perché è il mio dovere: come prete e come vescovo devo essere al servizio di voi". "E' un dovere - dice poi - che mi viene dal cuore e amo farlo perché il Signore così mi ha insegnato".

"Pietro non capiva nulla... Rifiutava... ma Gesù gli ha spiegato: Capite quello che ho fatto per voi? Mi chiamate maestro e Signore e dite bene perché lo sono. Se dunque io ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio infatti perché anche voi facciate come ho fatto io. Fra noi quello che sta più in alto deve essere al servizio degli altri e questo è un simbolo, è un segno: lavare i piedi significa che io sono al tuo servizio e anche noi fra noi". "Non è che - ha aggiunto con una battuta - dobbiamo lavare i piedi tutti i giorni gli uni gli altri!". "Ma dobbiamo aiutarci uno l'altro. Delle volte mi sono arrabbiato con uno o con un'altra: lascia perdere! Se uno ti chiede un favore, fatelo. Aiutarci l'un l'altro: questo Gesù ci insegna e questo io faccio. E lo faccio di cuore, perché è il mio dovere. Come prete e come vescovo devo essere al servizio di voi, ma è un dovere che mi viene dal cuore e amo farlo perché il Signore così mi ha insegnato. Ma anche voi aiutatevi sempre l'uno all'altro e così, aiutandoci, ci faremo del bene".

"Adesso - ha detto ancora - faremo questa cerimonia di lavarci i piedi e pensiamo, ciascuno di noi pensi: io davvero sono disposta, sono disposto a servire e aiutare l'altro? Pensare solo questo, pensare che questo segno è una carezza di Gesù che fa perché Gesù è venuto proprio per questo, per servire, per aiutarci".

"Questo è commuovente, Gesù che lava i piedi ai suoi discepoli".

I ragazzi hanno un'età compresa tra i 14 e i 17 anni. Il Papa, evidentemente ne tiene conto: "ci vediamo in palestra", dice al termine della messa nel corso della quale i ragazzi hanno cantato, accompagnandosi con la chitarra.

Nella palestra, Francesco ha ringraziato per l'accoglienza le autorità presenti e, in particolare, i ragazzi e le ragazze. "Non lasciatevi rubare la speranza", "sempre avanti con la speranza", ha detto. Nella palestra il Papa ha anche ascoltato le parole pronunciate dal ministro italiano di Grazia e Giustizia, Paola Severino che, riferendosi alla parola 'custodire' usata più volte dal Papa, ha affermato che i ragazzi sono 'custoditi' con sentimento, amore e comprensione.

C'è anche uno scambio di doni: i ragazzi offrono una croce e un inginocchiatoio di legno che hanno fatto con le loro mani e ricevono colombe pasquali e cioccolata.