La festa dei martiri vietnamiti conforta i cristiani perseguitati oggi
di Thanh Thúy
Il ricordo dei 130mila martiri del XVIII e del XIX secolo aiuta ad affrontare le sfide del consumismo e del compromesso con il potere. La preghiera per i martiri del presente, i cattolici arrestati e perseguitati dal governo a Vinh, Hanoi, Thanh Hóa, Long An, Xuân Lộc, Cà Mau.

Ho Chi Minh City (AsiaNews) - " Sul mio lavoro subisco ingiustizie a causa della mia fede. Ma quando penso ai martiri del Vietnam, a questi santi che sono stati fedeli  e leali nel seguire Gesù, mi sento confortato. Essi hanno accettato di essere condannati e uccisi pur di non rinunciare alla fede. Noi siamo discendenti di questi martiri e siamo chiamati a vivere allo stesso modo. Per questo io continuo a vivere e testimoniare la mia fede sul lavoro e nella società".

È la testimonianza di un giovane cattolico ad AsiaNews, in occasione della festa dei 117 Martiri vietnamiti, che in Vietnam si celebra il 18 novembre (in tutta la Chiesa universale, la festa è il 24 novembre).

La coscienza di essere "discendenti dei martiri"  è molto viva fra gli oltre 7 milioni di cattolici in Vietnam e il milione e più di espatriati nel mondo. "Noi siamo felici e onoriamo questi 117 martiri - continua il giovane - in rappresentanza degli oltre 130mila fedeli che sono stati uccisi per la fede nel XVIII e nel XIX secolo. Questi santi sono i nostri eroi della fede".

Due giorni fa in tutte le chiese e cappelle del Vietnam si sono celebrate messe in onore dei martiri. Ed è stata l'occasione per rivedere il modo in cui i cattolici vivono la fede oggi.

P. Joseph Nguyễn, dei Redentoristi di Saigon, dice ad AsiaNews: "Oggi dobbiamo essere attenti al pericolo del compromesso con il male e la violenza. In Vietnam, vi sono 'gruppi e false dottrine' che si presentano con le loro 'facce belle'. In apparenza sono educati, pieni di valori, ma in realtà non sono né veri, né buoni. Il pericolo del compromesso  è presente in ogni età".

Uno dei pericoli da cui guardarsi è il consumismo. P. John Phạm Quang Long, parroco di Vinh, puntualizza: "In Vietnam, sotto ogni regime, dobbiamo confrontarci sempre con qualche trappola. Spesso dobbiamo fronteggiare la tentazione del consumismo. Le cose materiali ci tengono lontano da Dio. Per tenere viva la fede ci tocca attraversare tante difficoltà, anche gravi, per decidere con chiarezza se negare Dio o seguirlo".

"Oggi - continua - non c'è una persecuzione come in passato, ma la cultura e lo stile di vita improntato al consumismo e all'ateismo sono degli ostacoli che spesso ci fanno negare la fede. E magari talvolta siamo già 'scesi dalla Croce' e non ci siamo neanche accorti".

P. Vincent Phạm Trung Thành, superiore provinciale dei Redentoristi, ricorda le resistenze del governo di Hanoi e di alcune frange della Chiesa alla canonizzazione dei martiri. "Negli anni '80 del XX secolo - egli dice a un gruppo di giovani - il governo comunista vietnamita si è opposto con durezza alla canonizzazione dei 117 martiri vietnamiti. In più, anche all'interno della Chiesa cattolica, alcuni vescovi, sacerdoti e religiosi hanno protestato contro la canonizzazione, proprio come hanno fatto i comunisti. Ma Dio compie le sue opere e oggi possiamo celebrare la festa dei Martiri con molta solennità".

"Il card. Trịnh Văn Căn, al tempo arcivescovo di Hanoi - ricorda ancora p. Vincent - ha dovuto perfino presentare il profilo dei martiri da canonizzare al governo. Il governo di Hanoi è molto subdolo e cerca di piegare le religioni. Il card. Trin Văn Căn ha subito anche l'isolamento da parte di suoi fratelli e sorelle, da parte di vescovi, preti e religiosi. E perché? Perché essi pensavano di essere più saggi e prudenti [del cardinale]. Il governo ha perfino messo sotto controllo, notte e giorno, l'episcopio di Hanoi".

Dal passato al presente, p. Vincent sottolinea: "Di recente, anche l'arcivescovo Joseph Ngô Quang Kiệt ha sperimentato la solitudine e l'isolamento perché proteggeva la Chiesa e difendeva i laici che venivano picchiati e abbandonati".

La celebrazione dei martiri è stata l'occasione per ricordare i cattolici imprigionati dal governo. P. Matteo, dei Redentoristi di Saigon, li elenca: "Vi sono 17 giovani cattolici della diocesi di Vinh; alcuni di Hanoi, altri di Thanh Hóa, di Long An, di Xuân Lộc e di Cà Mau. Insieme ad altri non cattolici essi sono stati imprigionati senza processo, oppressi e perseguitati dalla violenza del governo. Noi continuiamo a pregare per tutti loro".