Ningbo: 51 arresti per le proteste della popolazione contro l'inquinamento
Gli abitanti sono scesi in piazza contro il progetto di ampliamento di un complesso petrolchimico accusato di inquinare gravemente l'area. Le autorità si sono impegnate a fermare il progetto, ma la gente non si fida.

Pechino (AsiaNews) - La polizia di Ningbo, nella provincia dello Zhejiang, a sud di Shanghai, ha arrestato 51 persone delle migliaia che hanno partecipato alle proteste, (nella foto) andate avanti per giorni, contro i piani di ampliamento della raffineria Sinopec di Zhenhai, uno dei distretti della città considerati più inquinati dell'area.

Il Ningbo Daily riferisce oggi che gli arrestati sono accusati di aver lanciato pietre e rovesciato automobili durante le manifestazioni, 13 di loro sono ritenuti dalla polizia "sospetti criminali" e rischiano di essere incriminati. Un altro è stato trovato in possesso di un coltello. Agli arresti anche una donna, accusata di aver sparso la voce, che gli agenti definiscono falsa, della morte di uno studente durante gli scontri con la polizia.

All'origine della protesta, l'annuncio fatto il mese scorso dalla Sinopec di un programma di un ulteriore investimento di 55,9 miliardi di yuan (circa 6 miliardi di euro) per l'espansione delle attività. Ma la popolazione locale è scesa in piazza e, secondo il South China Morning Post, ha accusato le autorità di nascondere importanti informazioni sull'inquinamento che l'impianto è destinato a produrre al termine dei lavori di ampliamento. La preoccupazione maggiore riguarda le emissioni di paraxilene (Px), un idrocarburo molto inquinante utilizzato nella produzione di vernici e plastica.

L'impegno preso dalle autorità di fermare il progetto ha avuto l'effetto di far diminuire le manifestazioni, che non sono del tutto terminate perché la gente teme che in realtà il governo si prepara a riproporlo.