Al Congresso del Partito comunista va in mostra l'industria privata
di Willy Lam
Il 18mo Congresso del Partito comunista cinese presenta una novità: 24 deputati sono industriali del settore privato, che fino al 2002 non avevano neanche diritto a essere rappresentati. Ma non si tratta di un’inversione ideologica: la leadership vuole controllarli e sta iniziando a indottrinare persino i loro figli. Per gentile concessione della Jamestown Foundation, traduzione in italiano a cura di AsiaNews.

Hong Kong (AsiaNews) - Il 18mo Congresso del Partito comunista cinese (Pcc) è pronto a sottolineare l'impegno della leadership nazionale per migliorare e aumentare il ruolo del settore privato. E questo nonostante il fatto che il fenomeno noto come guojin mintui ("le imprese statali avanzano mentre le ditte private recedono") sembra rimanere incontrollabile. La ribalta concessa ai "capitalisti rossi" è evidenziata dal fatto che ben 24 industriali del settore privato (minying) sono stati scelti come delegati al Congresso.

È vero che questi tycoon rappresentano soltanto l'1,06 % dei 2.270 deputati totali. Tuttavia al 16esimo Congresso del Pcc nel 2002 - quando i dirigenti di aziende non statali sono stati per la prima volta ammessi nel novero dei deputati - i prescelti erano solamente 7. Questo dato è aumentato a 17 unità nel corso del 17esimo Congresso, che si è svolto 5 anni fa [v. Southern Weekend, Guangzhou, 6 settembre; Xinhuanet.com, 6 settembre].

Secondo il China Enterprise News, quotidiano ufficiale del settore industriale non statale, "il fatto che così tanti imprenditori minying siano stati scelti come delegati al Congresso dimostra l'attitudine aperta e accomodante della leadership del Partito nei confronti dei capitalisti. La leadership del Partito vuole incoraggiare nuove forme di organizzazione economica".

Come sottolinea il commentatore Meng Shuqiang, il fatto che gli imprenditori minying si uniscono ai ranghi dei deputati del Partito "può essere interpretato da un certo punto di vista come un segno dell'accettazione da parte della leadership comunista delle compagnie non statali". Meng aggiunge: "Questo permetterà agli industriali privati di fare lobby in maniera più efficace per gli interessi della loro classe" [v. China Enterprise News, Pechino, 24 agosto; Sina.com, 4 luglio].

La Cina conta più di 70 milioni di imprese minying, con un capitale registrato totale pari a 28mila miliardi di yuan (circa 4,5mila miliardi di dollari). Si stima che queste ditte del settore non statale siano in grado di produrre investimenti per un valore di almeno 60mila miliardi di yuan (9,6mila miliardi di dollari). Nonostante il contributo molto rilevante del settore non statale al "miracolo economico cinese", le compagnie minying affrontano discriminazioni sistematiche.

Ad esempio, moltissimi fra i settori più lucrativi - dal sistema bancario a quello finanziario, dal petrolio alle telecomunicazioni - sono rimasti una riserva privata delle 120 yangqi, le imprese statali di proprietà del governo centrale. Inoltre, le unità minying si ritrovano a dover superare molti più ostacoli delle yangqi quando cercano di ottenere credito dalle banche.

Tuttavia, in un momento in cui il tasso di crescita del Prodotto interno lordo è sulla strada del declino a causa di fattori come la restrizione del tradizionale mercato delle esportazioni cui guarda la Cina, Pechino spera che le imprese private faranno di più per rilanciare la crescita e creare posti di lavoro [v. China Business Journal, 29 settembre; Zhuhai Special Zone Daily, 7 settembre].

Nel maggio del 2012, il governo centrale ha promulgato un documento intitolato "Alcune opinioni sulla guida e l'incoraggiamento degli investimenti privati per uno sviluppo salutare". Fra le altre cose questa direttiva chiede alle nuove industrie strategiche e ai dipartimenti governativi che si occupano di settori come l'aviazione civile, la sanità, l'edilizia abitativa e commerciale di concedere più contratti alle minying. Allo stesso tempo, 17 province hanno approvato tutta una serie di aiuti per le varie criticità che incontrano i privati. Ad esempio, alcune amministrazioni provinciali e municipali hanno promesso alle aziende private che le aiuteranno a ottenere prestiti dalle banche statali [v. New Evening Post, 23 maggio; Economic Reference News, 23 maggio].

Perfino un'autorità di calibro come il premier Wen Jiabao ha chiesto ai governi e ai dipartimenti più importanti di "liberare il pensiero e fare arditi esperimenti" nell'incoraggiare la partecipazione del settore privato in aree come le ferrovie, le infrastrutture municipali, l'energia, le telecomunicazioni, l'istruzione e la sanità. Durante un'ispezione alla provincia del Sichuan, lo scorso luglio, Wen ha detto: "Si deve creare una nuova atmosfera che porti a 'rompere la porta di vetro' delle industri minying" [v. Cntv, 16 luglio; Xinhua, 16 luglio].

Altrettanto significativo è il fatto che il vice presidente Xi Jinping, in procinto di diventare Segretario generale del Partito durante il 18mo Congresso, sia un convinto sostenitore del settore minying. Incoraggiare la crescita dell'industria privata è una parte fondamentale del cosiddetto "Modello di sviluppo del Zhejiang" che Xi ha aiutato a portare avanti quando era Segretario del Partito della provincia dal 2003 al 2007. Xi era solito chiamare gli imprenditori minying "un grande tesoro dell'economia del Zhejiang".

All'Assemblea nazionale del popolo del marzo 2012, Xi ha detto ai parlamentari del Zhejiang che la provincia "dovrebbe continuare a spingere verso lo sviluppo simultaneo di diversi tipi di sistemi di proprietà. Dovremmo aiutare le ditte minying a scalare il mercato in modo che possano raggiungere nuovi traguardi nel campo dell'innovazione e della ristrutturazione" [v. China News Service, 7 marzo; Xinhua, 3 dicembre 2003].

Nonostante le incoraggianti parole di Wen e Xi, però, non ci sono indicazioni che il guojin mintui possa essere rovesciato in tempi brevi. In un recente rapporto sulle yangqi, l'Istituto di ricerca Unirule di Pechino - un rispettato think tank privato - ha invitato con forza la leadership comunista a tagliare i privilegi speciali offerti alle conglomerate statali "rompendo il monopolio amministrativo delle imprese statali e ponendo fine al loro diritto di accedere alle risorse dello Stato in maniera gratuita o a poco costo". Unirule ha poi aggiunto che, se non avesse avuto libero accesso alle risorse (fra cui i terreni) il sistema yangqi avrebbe prodotto soltanto perdite [v. Unirule, 9 ottobre; "Chinese SOEs a Target of Hu-Wen's 'Inclusive Growth'," China Brief, 14 gennaio 2011].

Va anche considerato che non sarà certo la presenza di 24 investitori privati al Congresso come delegati a portare con sé una vera differenza. Per essere lobbisti efficaci, questi "boss rossi" devono divenire almeno membri della Commissione centrale. Al 17esimo Congresso del Partito, diversi amministratori delegati di aziende statali sono divenuti membri della Commissione centrale con diritto di voto o senza. Fra questi c'erano luminari come Guo Shuqing, Jiang Jiangqing, Wang Xiaochu e Lou Jiwei, che erano al tempo gli amministratori di China Construction Bank, Industrial and Commericial Bank of China, China National Petroleum Corporation, China Telecom e China Investment Corp.

Soltanto un amministratore delegato di un'azienda non statale, Jiang Ruimin della Hai'er Corporation - il famoso colosso delle assicurazioni - venne scelto come membro alternativo (cioè senza diritti di voto) della Commissione centrale. Quest'anno almeno un tycoon del settore privato - Liang Wen'gen del Sany Group, industria manifatturiera pesante - dovrebbe entrare nella Commissione centrale [v. Sina.com, 30 settembre; Ifeng.com, 16 aprile]. Insomma, Pechino deve introdurre un numero che sia largo in maniera significativa di imprenditori minying negli organi di alto livello del Partito, prima che la presenza di questi possa dare un input sostanziale alla politica industriale del Paese.

Vista da un'altra prospettiva, la nuova preminenza dei leader minying riflette anche il desiderio della leadership del Pcc di migliorare il controllo del Partito sia sulle imprese private che sui loro dipendenti. Uno dei criteri chiave applicato per la selezione dei tycoon come deputati è stato il livello di "costruzione del Partito" nelle loro aziende. Tutte le compagnie i cui leader sono divenuti delegati - Hongdou Group, Suning Electric, Yurun Group, Huaxi Village Group e Yuandong Group - sono state lodate dai media ufficiali per le loro organizzazioni comuniste, grandi e ben organizzate. Come ha sottolineato Zhou Haijiang della Hongdou "le imprese minying devono mettere in pratica gli obiettivi del Partito e rimanere all'unisono con il Partito per quanto riguarda le questioni politiche" [v. Sohu.com, 24 settembre; Hongdou.com, 2 agosto].

Con 5.400 membri del Pcc nel suo staff, il Sany Group è stato riconosciuto come il gruppo con il migliore e più esteso sistema di cellule comunista fra le imprese non statali della provincia dell'Hunan. Le cellule del Partito si sono stabilite inoltre anche negli uffici del gruppo all'estero. Inoltre, 7 degli 11 membri del consiglio di amministrazione del Sany sono membri del Partito. Mentre la grande maggioranza degli investitori privati non dà molta importanza al fatto che i propri dipendenti siano membri del Partito, Liang ha stabilito che soltanto i membri del Pcc possono divenire membri senior del Sany [v. Donfang Daily, 29 giugno; Rednet.com, 24 settembre].

Il fatto che la leadership voglia rafforzare il controllo sulle maggiori industrie private è evidenziato anche dal fatto che le organizzazioni del Partito in diverse province e città abbiano aperto classi speciali per i figli e le figlie degli "industriali rossi". Due anni fa, il Dipartimento per l'organizzazione della provincia del Jiangsu ha lanciato i primi corsi in tutta la nazione per la cosiddetta "ricca primavera dei tycoon industriali".

Inoltre, le scuole municipali del Partito di un gran numero di città del Guangdong stanno preparando sessioni speciali di studio per giovani imprenditori privati.  Queste classi sembrano preoccuparsi per lo più dalle operazioni di business e di etica commerciale, ma sono in realtà costruite in modo da assicurarsi che - dopo essersi occupati degli affari di famiglia - questa seconda generazione di "capitalisti rossi" si allinei al Partito sulle questioni economiche e politiche [v. Xinmin Evening Post, 12 luglio; Yangcheng Evening Post, 17 gennaio].

Mentre gli imprenditori minying a e loro dipendenti potrebbero accogliere bene una maggiore rappresentatività del loro settore negli organi di alto livello del Partito, l'ideale di un luogo comune di dialogo per tutti i maggiori settori socio-economici del Paese è ben lontano dall'essere raggiunto. Ad esempio i rappresentanti del governo e del Partito, così come gli ufficiali dell'Esercito di liberazione popolare e della Polizia armata del popolo godono di un numero enorme di membri del Congresso come pure di seggi nella Commissione centrale. Dei delegati di quest'anno il 13,21 % viene dall'esercito e dalla polizia, e per tradizione il 20 % dei seggi della Commissione centrale è riservato a loro.

Solo quando gli industriali privati avranno raggiunto una rappresentatività politica davvero commisurata con il loro contributo all'economia, si potrà realizzare l'obiettivo di "costruire una società armoniosa", uno dei maggiori slogan dell'ormai uscente amministrazione guidata da Hu Jintao.