Quasi certa la rielezione di Thaksin Shinawatra

Secondo gli exit polls il magnate thailandese si è aggiudicato la stragrande maggioranza dei voti. Gli attivisti per i diritti umani continuano a  criticare la sua politica.


Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Oggi pomeriggio sono attesi i risultati definitivi delle elezioni parlamentari in Thailandia. Gli exit polls danno al partito Thai Rak Thai (i thailandesi amano i thailandesi ) almeno 399 dei 500 seggi disponibili in Parlamento. Secondo i responsabili dei seggi elettorali, oltre 44 milioni di cittadini si sono recati a votare nelle 80 mila stazioni di voto predisposte per il Paese.

Thaksin Shinawatra, attuale primo ministro e leader del Thai Rak, dovrebbe quindi essere riconfermato per un altro mandato di 4 anni. Thaksin Shinawatra è stato l'unico uomo politico thailandese legalmente eletto ad aver concluso un intero mandato di governo. Il politico, 55 anni, è fondatore e proprietario della Shin Corporation, la più importante società di telecomunicazione nel Paese, alla quale sono annesse altre 60 società. L'opposizione definisce la sua vittoria come una centralizzazione del potere in un partito unico, anche se Banyat Bantadtan, capo del partito Democratico, ha detto: "Sono rimasto scioccato quando ho visto gli exit polls, ma dobbiamo accettare ciò che la popolazione ha deciso". Secondo gli analisti economici negli ultimi 4 anni la vita economica della Thailandia è sicuramente migliorata. Gli esperti vedono Thaksin Shinawatra come un ottimo gestore delle finanze pubbliche, anche durante la crisi dello tsunami. Il leader rieletto ha già annunciato un imminente stanziamento di 25 miliardi di USD per potenziare le infrastrutture del Paese.

Tuttavia la sua politica sociale è criticata dagli attivisti per i diritti umani. Nella sua "guerra alla droga " del 2003, sono morti più di 2.500 civili, dichiarati dalla polizia "trafficanti"; nessuno di loro ha ottenuto un processo, e lo stesso corpo di polizia ha detto di aver ricevuto l'ordine di "sparare per uccidere". Inoltre, nella zona sud del paese, poverissima e a maggioranza musulmana, sono morti o spariti nell'ultimo anno 500 attivisti religiosi che chiedevano al governo centrale un miglioramento delle loro condizioni di vita.