Birmani al voto. Un seggio parlamentare ad Aung San Suu Kyi
In lizza 160 candidati in rappresentanza di 17 partiti, per i colmare i 48 seggi vacanti. Sulle elezioni vigileranno 159 osservatori internazionali e 300 giornalisti stranieri. Per la leader dell’opposizione non sono “davvero libere e giuste”, ma è necessario “andare avanti”. Proteste degli esclusi dalle liste elettorali, in cui risultano esserci invece cittadini deceduti da tempo.

Yangon (AsiaNews/Agenzie) - Domani primo aprile il popolo birmano andrà alle urne per le elezioni suppletive, in cui verranno scelti 48 parlamentari che andranno a ricoprire i seggi tuttora vacanti. Rispetto alle elezioni del novembre 2010 - le prime dal voto del 1990, vinto a larga maggioranza dalla Lega nazionale per la democrazia (Nld) e mai riconosciuto dalla giunta militare - parteciperà anche la principale leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi che, secondo le previsioni, dovrebbe essere eletta all'Assemblea. Alla vigilia del voto la Nobel per la pace ha dichiarato di non poter considerare queste elezioni "davvero libere e giuste" perché si sono verificate diverse irregolarità, ma aggiunge che "siamo determinati ad andar avanti perché questo è ciò che vuole la nostra gente". E ha lanciato un appello ai cittadini, chiedendo il loro sostegno per continuare il "cammino di democratizzazione" del Myanmar.

In via eccezionale, i seggi si sono aperti ieri e nella giornata di oggi per quanti hanno diritto al voto anticipato: tra questi vi sono malati, studenti, detenuti e funzionari che - il primo aprile - non potranno essere nel proprio collegio. A vigilare sulla regolarità delle procedure di voto vi saranno 159 osservatori internazionali, una novità rispetto alle parlamentari del 2010, fra cui diplomatici stranieri, giornalisti e specialisti del settore. Tuttavia, nei giorni scorsi alcuni attivisti hanno sottolineato che servono "almeno sei mesi" per predisporre un adeguato monitoraggio delle urne, mentre il governo birmano ha concesso il nulla osta solo due settimane prima. E a due deputate australiane, attive nella promozione dei diritti umani, è stato respinto il visto di ingresso.  

Alla tornata elettorale si presentano 160 candidati in rappresentanza di 17 partiti, fra cui la Nld e lo Union Solidarity and Development Party (Uspd), emanazione della precedente giunta militare al potere. In tutto il Myanmar sono state allestiti 8.324 seggi elettorali. I risultati ufficiali, riferisce la Commissione elettorale, saranno resi pubblici entro una settimana. Peraltro in alcune zone dello Stato Kachin, nel nord del Paese, il voto è stato posticipato per timore di possibili violenze fra esercito e milizie ribelli vicine alla minoranza etnica. Le elezioni suppletive sono state indette per colmare i 48 seggi lasciati liberi (su 664 in totale, il 6% circa) da deputati che ora ricoprono incarichi ministeriali. I media non potranno varcare la soglia dei seggi elettorali, ma verificare le procedure solamente dall'esterno. In tutto saranno presenti 300 giornalisti della stampa internazionale, a fronte di 600 richieste di accredito presentate nelle ultime settimane alle autorità birmane.

Intanto emergono le prime denunce di irregolarità: la Nld riferisce che in alcune zone, fra cui il collegio elettorale in cui concorre Aung San Suu Kyi, sarebbero inseriti fra gli elettori centinaia di nomi di persone decedute, mentre almeno 1.300 aventi diritto sono stati esclusi. Le autorità rispondono che sono "errori" dovuti al fatto che le liste elettorali sono basate sui votanti delle elezioni generali del novembre 2010. Il presidente Thein Sein cerca di smorzare le polemiche, invitando il Paese a "sostenere il proposito di elezioni giuste e libere", pur ammettendo che si sono verificati "errori evitabili" e chiede inoltre di rispettare "la decisione del popolo". Tuttavia, una elettrice di Mandalay, esclusa dal voto per un presunto ritardo nell'inserimento nelle liste, annuncia il proposito di manifestare davanti al seggio, brandendo un cartello con scritto "Il mio diritto di votare 'Sì' alla Nld è stato negato".

Le prossime elezioni generali, con il rinnovo del Parlamento, sono in programma nel 2015.