Almeno 9 morti e due chiese bruciate vicino al Cairo
Scontri alla chiesa di san Mina nel nord-est della capitale. Bruciata la chiesa della Vergine Maria e quella di Al Azra. centinaia i feriti. I salafisti accusano la Chiesa copta di tenere prigioniere donne che si sono convertite all'islam.
Il Cairo (AsiaNews) – Almeno 9 morti e 116 feriti è il bilancio di un violento assalto di un gruppo di musulmani contro i cristiani a Imbaba, nella periferia nord-est della capitale egiziana.
 
Secondo testimoni, circa 500 islamisti salafisti si sono radunati ieri sera davanti alla chiesa copta di san Mina esigendo la consegna di una donna che secondo loro si era convertita all’islam e che i cristiani tenevano prigioniera. Dopo aspre discussioni fra le guardie della chiesa e il gruppo, si è passato allo scontro con colpi di arma da fuoco, bottiglie incendiarie e pietre.
 
Una chiesa nelle vicinanze, quella della Vergine Maria è stata data alle fiamme. Un’altra chiesa, di Al Azra, ha subito danni per un incendio. L’esercito è giunto in massa e ha impiegato molto tempo per separare i due gruppi e riportare la calma.
 
Ali Gomaa, gran Mufti dell’Egitto, ha richiamato alla calma e ha chiesto a tutti gli egiziani di “stare vicini gli uni agli altri per prevenire scontri”. Egli ha pure chiesto al consiglio militare di bloccare tutti coloro che mettono a repentaglio la sicurezza dell’Egitto.
 
Scontri fra copti e musulmani sono piuttosto comuni nel Paese, alimentati da una situazione di emarginazione di cui soffrono i cristiani. La caduta di Mubarak e l’impegno comune di cristiani e musulmani per una società più democratica, hanno fatto sperare in una riduzione delle tensioni interreligiose. Ma l’avvicinarsi delle elezioni in settembre e la potenza dei gruppi musulmani (i Fratelli Musulmani), fa temere una crescita delle violenze.
 
I gruppi salafiti – che seguono un’interpretazione radicale del Corano – non sono nuovi alle accuse contro i cristiani che terrebbero prigioniere donne convertite all’islam. Anche l’attentato alla chiesa di Alessandria d’Egitto lo scorso 1° gennaio era stato causato in apparenza dalle accuse al patriarca Shenouda III di tenere prigioniere due donne convertite all’islam (v. 03/01/2011 Europa e Islam dopo l’attentato contro i copti di Alessandria d’Egitto).