Kathmandu, tensioni fra indù e cristiani per la diatriba sui cimiteri
di Kalpit Parajuli
Le autorità indù contestano il diritto dei cristiani a seppellire i morti nell’area vicino al tempio di Pashupatinath. Leader protestanti al 17mo giorno di sciopero della fame chiedono un nuovo spazio per le sepolture. Vescovo cattolico di Kathmandu:“Quando i vivi non hanno terra a sufficienza non deve esserci alcuna obiezione a cremare i morti".
Kathmandu (AsiaNews) – Con una petizione, le autorità indù del tempio di Pashupatinath (Kathmandu) contestano il diritto di cristiani e altre minoranze religiose di seppellire i morti nell’area circostante il luogo sacro, sancito dalla Corte suprema. La mossa rischia di accendere nuove tensioni fra indù e leader cristiani protestanti, da 17 giorni in sciopero della fame per chiedere al governo uno spazio dove seppellire i propri morti.

Chari Bahadur Gahatraj, segretario generale del Comitato di consulenza cristiano per la nuova Costituzione, afferma: “I cristiani hanno ottenuto l’autorizzazione della Suprema corte con molta fatica.  La comunità è scioccata dai ritardi del governo nell’attuare il verdetto”.  Il leader annuncia che i cristiani continueranno a manifestare finché le autorità non forniranno nuovi spazi per le sepolture.

La diatriba sui cimiteri divide però la comunità cristiana. In questi giorni la Chiesa cattolica del Nepal si è dissociata dalla protesta, affermando di non avere alcuna obiezione alla cremazione. Mons. Anthony Sharma, vescovo di Kathmandu, ha sottolineato che il Nepal è un Paese piccolo e la terra è un dono di Dio. Migliaia di famiglie a Katmandu non possono permettersi un terreno dove costruire una casa e vivono accampati nelle tendopoli. “Quando i vivi non hanno terra a sufficienza - ha affermato – non deve esserci alcuna obiezione a cremare i morti”.  

In Nepal oltre 70% della popolazione è di religione indù e per tradizione  i morti vengono cremati e non seppelliti. I cristiani sono circa il 3% e insieme ad altre minoranze allesticono i loro cimiteri in terreni acquistati con i soldi dei fedeli.

In questi anni, Kathmandu ha subito una grande speculazione edilizia. Ciò ha limitato la disponibilità di terreni liberi e ridotto le aree un tempo destinate ai cimiteri per cristiani e altre minoranze, costringendoli a seppellire più cadaveri nella stessa tomba. Per risolvere il problema, nel 2009 le autorità hanno concesso ai cristiani la foresta di Shleshmantak vicino al tempio indù di Pashupatinath. La decisione ha scatenato le proteste degli indù anche in altre regioni del Paese e costretto il governo locale a vietare l’utilizzo della zona. Nonostante l’autorizzazione della Corte suprema polizia e autorità del tempio impediscono le sepolture. In febbraio gli indù hanno distrutto oltre 200 lapidi e tombe costruite dai cristiani dopo l’autorizzazione del tribunale emessa il 28 gennaio scorso.