Kathmandu, cristiani in sciopero della fame per chiedere un cimitero
di Kalpit Parajuli
Il digiuno (a turno) è iniziato lo scorso 23 marzo davanti al Ratna Park, nel centro della capitale. I leader continueranno finché il governo non assegnerà ai cristiani dei luoghi da adibire a cimiteri. Per evitare diatribe con gli indù i cristiani rinunciano al diritto di sepoltura nell’area del tempio di Pashupatinath.
Kathmandu (AsiaNews) – Da otto giorni  leader  cristiani nepalesi digiunano a turno per chiedere al governo un luogo dove seppellire i propri morti. La protesta è iniziata il  23 marzo davanti al Ratna Park di Kathmandu nel centro di Kathmandu. Essa segue la grande manifestazione dello scorso 20 marzo dove migliaia di cristiani hanno sfilato con delle bare vuote davanti agli uffici del governo. Nonostante le promesse, le autorità sono sorde agli appelli e invitano i cristiani a comprare i terreni con i propri soldi.   

In questi ultimi anni, Kathmandu ha subito una grande speculazione edilizia. Ciò ha limitato la disponibilità di terreni liberi e ridotto le aree un tempo destinate ai cimiteri per cristiani e altre minoranze, costringendoli a seppellire più cadaveri nella stessa tomba. Per risolvere il problema, nel 2009 le autorità hanno concesso ai cristiani la foresta di Shleshmantak vicino al tempio indù di Pashupatinath. La decisione ha scatenato le proteste degli indù anche in altre regioni del Paese e costretto il governo locale a vietare l’utilizzo della zona. Di recente per ordine della Corte suprema il divieto è stato tolto. Tuttavia, polizia e autorità del tempio impediscono le sepolture. 

Sunder Thapa, organizzatore della protesta e responsabile del Comitato di consulenza cristiano per la nuova costituzione, sottolinea che lo sciopero della fame andrà avanti se il governo continuerà a ignorare le richieste. “Perché le autorità ci trattano come se non fossimo cittadini – afferma  -  e ci negano il diritto di seppellire i nostri  morti?”.

L’attivista sottolinea che ai cristiani interessa solo aver un luogo dove commemorare i defunti in modo dignitoso. “A noi – continua – non interessa l’area del tempio di Pashupatinath e siamo disposti a rinunciare al terreno, se la comunità indù non è d’accordo”. “Tuttavia – aggiunge – il governo deve indicarci un luogo dove poter edificare il nostro cimitero in tutti i distretti del Nepal”.  

In Nepal oltre 70% della popolazione è di religione indù e per tradizione  i morti vengono cremati e non seppelliti. I cristiani sono circa il 3% e insieme ad altre minoranze i loro cimiteri sono allestiti in terreni acquistati con i soldi dei fedeli.