Aumentano gli investimenti esteri in Cina, si temono ricadute sull’inflazione
A gennaio gli investimenti esteri sono aumentati del 23,4% rispetto al gennaio 2010. Il 2010 è stato un anno record per l’arrivo dei capitali esteri. Ma grandi somme perseguono finalità speculative, come il settore immobiliare. Esperti: per frenare l’inflazione, Pechino dovrà infine apprezzare lo yuan.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Balzo in avanti degli Investimenti Esteri Diretti (Fdi) in Cina del 23,4% a gennaio, rispetto al gennaio 2010. Ma questa rinnovata fiducia degli investitori aumenta la liquidità monetaria nel Paese e rischia di alimentare l’inflazione.

Yao Jian, portavoce del ministero del Commercio, ha indicato che la Cina ha attirato Fdi per 10,03 miliardi di dollari a gennaio, in flessione rispetto ai 14,03 miliardi di dicembre ma in forte aumento rispetto a un anno fa. Il dato conferma la crescita dei Fdi, che nel 2010 hanno raggiunto il record di 105,7 miliardi di dollari (+17,4% rispetto al 2009), dopo un declino negli anni precedenti.

Il dato suscita peraltro preoccupazione perché aumenta il denaro circolante e questo può frustrare gli sforzi del governo di “raffreddare” l’economia, con 3 aumenti del costo del denaro da ottobre. Pechino, di fronte alla rapida inflazione e ai forti aumenti dei prezzi alimentari, cerca di ridurre la quantità del denaro circolante. Ma l’inflazione a gennaio è stata del 4,9% e i Fdi potrebbero alimentare l’inflazione.

Fra l’altro oltre il 20% dei Fdi del 2010 hanno avuto ad oggetto il mercato immobiliare, ovvero hanno alimentato quella che tutti considerano una bolla speculativa, piuttosto che favorire lo sviluppo di imprese e attività produttive.

Esperti ritengono che questa crescita dei Fdi sia in parte motivata proprio da intenti speculativi, per l’attesa che le crescite dei prezzi immobiliari e un rafforzamento dello yuan consentano rapidi guadagni e recupero delle somme investite.

Gli esperti ritengono che Pechino dovrà infine decidersi a riapprezzare lo yuan rispetto al dollaro e portarlo a valori più aderenti a quelli effettivi, anche se questo causerà un aumento dei prezzi dei prodotti cinesi con conseguente perdita di competitività.

Ren Xianfang,  analista economica, ritiene che questo “renderà la Cina ancora più interessante per i capitali esteri”, dato che chi investe in yuan potrebbe beneficiare del suo apprezzamento. Per cui prevede che proseguirà l’arrivo di capitali esteri.

I Fdi comprendono i capitali esteri investiti nelle industrie manifatturiere, immobiliari, di servizi e agricoli. La settimana scorsa il governo cinese ha annunciato l’intenzione di acquisire dalle ditte estere le imprese che riguardino “la sicurezza nazionale”, in settori come la difesa, l’agricoltura, l’energia, le infrastrutture, i trasporti e la tecnologia. L’ipotesi è allo studio di  una commissione.