Taiwan: via la parola "Cina" dalle compagnie di Stato

Taipei (AsiaNews/Agenzie) – A pochi giorni dalle elezioni legislative, previste per l'11 dicembre, Taiwan continua a provocare la Cina. Ieri, il presidente Chen Shuibian ha annunciato che entro 2 anni le parole "Cina", "Repubblica di Cina e Taipei", verranno sostituite con "Taiwan" nelle diciture delle compagnie statali e degli uffici d'oltremare.

In molti ritengono la dichiarazione del presidente taiwanese una mossa politica che accarezza le idee degli indipendentisti più radicali.  Ieri, il Taiwan Solidarity Union (TSU)  - alleato del Partito del progresso e della democrazia (DPP) del presidente Chen – ha organizzato una manifestazione a favore dell'indipendenza dell'isola, alla quale hanno partecipato circa 200 mila persone.

In conferenza stampa Chen ha spiegato che i provvedimenti decisi sono necessari per "evitare confusioni a livello mondiale sul termine Cina" e per contenere l'influenza del Kuomintang (KMT), il partito nazionalista all'opposizione (più rispettoso del rapporto con la Cina Popolare). Il presidente ha assicurato che non cambierà la dizione ufficiale di Taiwan  senza avere il consenso generale dell'isola. Attualmente Taiwan usa "Repubblica di Cina" (ROC) per missioni in paesi con i quali ha rapporti diplomatici e "Ufficio economico e culturale di Taipei" negli altri.

Sia il KMT che Pechino sono convinti che dietro la campagna elettorale si celino "una serie di mosse graduali", miranti a traformare la Repubblica di Cina in una "Repubblica di Taiwan".

L'inasprirsi delle relazioni tra Cina e Taiwan alimenta la preoccupazione della comunità internazionale sulla possibilità di una guerra nello Stretto. Di recente Wang Zaixi - vice ministro cinese del Dipartimento per gli Affari di Taiwan - ha dichiarato che se l'isola "continua a premere per l'indipendenza, il conflitto armato sarà inevitabile".