La comunità internazionale intervenga per i Luoghi Santi
Il Gran Mufti di Gerusalemme: "I palestinesi che sacrificano la loro vita, unica difesa per i luoghi santi dell'islam".

Amman (AsiaNews) - Si è chiuso ieri ad Amman un convegno di 3 giorni, svoltosi sotto il patrocinio della casa reale giordana, su "Minacce e prospettive per la sopravvivenza dei santuari musulmani e cristiani in Palestina". Durante il convegno è stato lanciato un appello alla comunità internazionale per una responsabilità umanitaria, morale e legale verso I luoghi santi "di fronte alla continua aggressione israeliana contro il popolo palestinese in tutti i suoi territori, compresi i luoghi santi, sia musulmani che cristiani", come ha dichiarato ad AsiaNews Akrama Sabri, gran mufti di Gerusalemme.

I partecipanti al meeting, promosso dall'Organizzazione islamica dell'educazione, scienze e cultura (ISESCO) insieme all'Ente caritativo kuwaitiano e al Comitato giordano per la cultura, hanno evidenziato i problemi che le rispettive comunità religiose devono fronteggiare nel preservare i monumenti artistici e culturali dell'antica presenza religiosa in quest'area del Medio oriente.
Padre Hannah Kildani, sacerdote giordano, rappresentante del Patriarcato latino di Gerusalemme, ha detto ad AsiaNews che "il governo giordano ha sempre sottolineato il problema della conservazione di tutti i luoghi santi – sia musulmani che cristiani – nei territori palestinesi". Ma, continua p. Kildani, "sfortunatamente non esiste in Giordania nessun ente pubblico o governativo specifico per proteggere i luoghi santi cristiani e il patrimonio culturale cristiano palestinese". A questo riguardo il sacerdote ha chiesto un intervento concreto da parte delle autorità di Amman perché "i santuari cristiani appartengono non solo a noi cristiani ma a tutti gli arabi, musulmani o cristiani".
Da parte sua il mufti Akrama Sabri ha fatto presente che "la sola soluzione pratica per preservare i luoghi santi - in particolare la moschea di Al Quds (nota come la moschea di Omar, ndr) - nel contesto della tragedia palestinese è quella dei palestinesi devoti che non solo difendono i loro luoghi santi con forza e coraggio, ma lottano sacrificando le loro vite sia fisicamente che spiritualmente. Essi - ha proseguito il Gran Mufti – sono gli unici che possono salvare la loro terra e i suoi luoghi santi, e fare fronte alle sfide che giungono in continuazione" al popolo palestinese. Rifiutando l'attuale situazione sostenuta da Israele – che propugna lo status quo – Akrama Sabri ha affermato che "non permetteremo agli ebrei ortodossi di rafforzare questa situazione di status quo contro di noi. I fedeli e i combattenti di Al Aqsa sono pronti sul campo di battaglia per combatterli e difendere i luoghi santi in qualsiasi luogo e tempo". (ID)