Kuala Lumpur: No al salario minimo per le lavoratrici straniere
di Jeremy Lim
Il governo malaysiano non intende adottare la proposta indonesiana di “paga minima” per le donne di servizio che lavorano nel Paese. Almeno 300mila straniere operano in Malaysia, fra violenze e discriminazione.
Kuala Lumpur (AsiaNews) – Il governo di Kuala Lumpur non ha intenzione di adottare la proposta di “paga minima” di 250 dollari al mese che l’Indonesia ha richiesto per le sue lavoratrici impegnate come domestiche in Malaysia. La richiesta è pari al doppio del salario medio percepito dalle circa 300mila donne di servizio indonesiane che lavorano lì.
 
Jakarta ha proibito alle proprie cittadine di lavorare per datori di lavoro malaysiani, dopo che lo scorso giugno sono emersi nuovi casi di abusi. Secondo il governo indonesiano, ogni anno almeno 1000 lavoratrici subiscono vessazioni nel Paese. Da parte sua, Kuala Lumpur parla di “non più di 50 casi” ogni anno.
 
Il ministro malaysiano per le Risorse umane, S. Subramaniam, spiega però che “la Malaysia non ha un sistema di paghe minime, ma sarebbe corretto rapportare la media dei salari con il mercato del lavoro e con la forza lavoro a disposizione”. Inoltre, aggiunge il politico, “sarebbe scorretto fissare un minimo per le lavoratrici domestiche e lasciare le altre zone di lavoro al caso”.
 
Tuttavia, anche se i due governi non si sono ancora accordati sulla questione, ci sono dei miglioramenti nella condizione di vita delle lavoratrici: dopo gli scandali legati appunto alle molestie, ora le donne indonesiane hanno il diritto di tenere con sé il proprio passaporto e hanno un giorno libero alla settimana.