Malacca, matrimonio anche per ragazze sotto i 16 anni per coprire le baby-gravidanze
Il governo vuole evitare il crescente abbandono dei neonati e aiutare le tante minorenni incinte. Ma nel Paese scoppia la polemica, anche per timore che sia così aperta la strada al fenomeno delle spose-bambine.

Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) – Lo Stato di Malacca, nel sud della Malaysia, ha ammesso il matrimonio per le ragazze anche sotto i 16 anni e per i ragazzi sotto i 18. La decisione del Consiglio Religioso Islamico di Malacca, annunciata il 3 agosto, ha suscitato grandi polemiche nel Paese musulmano.

La severa legge islamica proibisce rapporti prematrimoniali. Ma nel Paese le gravidanze di minorenni non sposate sono in continuo aumento: le autorità della sola Malacca hanno registrato 174 bambini nati fuori dal matrimonio nel 2010, di cui 14 sono di ragazze sotto i 16 anni e 60 di ragazze tra i 16 e i 20 anni. Sono stati trovati anche 3 neonati abbandonati e si teme che il fenomeno sia assai più diffuso, con molte ragazze che sono indotte dalla famiglia all’aborto. I dati Onu del 2006 indicano 12 nascite fuori dal matrimonio su 1000, rispetto alle 52 su 1000 della vicina Indonesia, maggior Paese islamico del mondo.

Il Consiglio ha quindi deciso che anche sotto l’età legale matrimoniale di 16 anni per le ragazze e di 18 anni per i ragazzi, sarà possibile chiedere l’autorizzazione alle autorità che decideranno “caso per caso”, come ha spiegato il ministro del Dipartimento del Premier, Datuk Seri Jamil Khir Baharom.

Mohammad Ali Rustam, Capo ministro di Malacca, ritiene “questo il modo migliore per affrontare il problema dei neonati abbandonati e delle gravidanze al di fuori del matrimonio”. Il governo progetta anche di dare alle giovani coppie che si sposano un sussidio economico di 500 ringgit (circa 125 euro).

Ma nell’intero Paese sono esplose critiche e molti osservano che i problemi non si risolvono legalizzandoli, ma occorre cercare opportune soluzioni. Shahrizat Abdul Jalil, ministro per le Donne, ha qualificato la decisione “moralmente e socialmente inaccetabile”.

Ivy Josiah, direttore esecutivo dell’Organizzazione per l’Aiuto delle Donne, gruppo pro-diritti umani, ha parlato di “un oltraggio. E’ un ritorno al passato, nonostante ci siano ampie dimostrazioni che non si dovrebbero consentire matrimoni di bambini”. “Tale politica dovrebbe essere decisa dal ministro federale per le Donne, l’Istruzione e la Sanità, non ha autorità religiose di uno Stato”.

La preoccupazione è soprattutto che questa deroga sia usata per coartare le ragazze a matrimoni con maggiorenni, come è pratica diffusa in alcuni Paesi islamici, dove c’è ampia polemica per le cosiddette spose-bambine.

Pure criticata è la proposta di istituire in Malacca una scuola per ragazze islamiche incinte fuori dal matrimonio, considerata come un modo di ghettizzare e separare le giovani dalle coetanee. Per prevenire il crescente abbandono di neonati, il governo centrale ha già istituito un centro dove le madri possono far nascere i figli e mantenere l’anonimato.

Gli islamici sono circa il 60% dei 28 milioni di malaysiani e sono soggetti alle leggi islamiche, che possono essere modificate da ognuno dei 13 Stati del Paese. I non-musulmani sono invece sottoposti alle leggi federali, decise dal governo centrale.