Dhaka, leader islamici accusati di blasfemia: proteste e più di 100 arresti
di Wlliam Gomes
Le manifestazioni scatenate dall’arresto dei tre capi del partito Jamaat-e-Islami, accusati di offese a Maometto. Secondo il vicesegretario generale è “una cospirazione politica contro l’islam e i musulmani”. Islam abusato per scopi politici.

Dhaka (AsiaNews) – Più di cento attivisti di Jamaat-e-Islami (Jel) sono stati arrestati ieri durante manifestazioni avvenute in tutto il Paese, in seguito ad accuse di blasfemia rivolte ai leader del loro partito.

 Il Jel è un partito integralista islamico all’opposizione che mira a conformare “ogni attività umana” agli insegnamenti rivelati da Allah a Maometto. Eppure, tre loro leader - Matiur Rahman Nizami (nella foto), Ali Ahsan Mohammad Mojaheed e Nayebe Ameer Delwar Hossain Sayeede - sono stati accusati di blasfemia e arrestati il 29 giugno scorso.

 Le accuse risalgono al 17 marzo quando in un incontro pubblico Matiur Rahman Nizami ha paragonato le sue sofferenze politiche a quelle del profeta Maometto. Il leader di Jel sostiene di essere perseguitato dall’Awami league, partito al governo dal 2009. L’accusa di blasfemia nei suoi confronti è arrivata da Mohammed Syed Rezaul Haque Chandpuri, segretario generale del Bangladesh Tariqat Federation, che fa parte dell’alleanza di governo. Osservatori fanno notare che gli schieramenti agitano il vessillo dell’islam, ma le loro intenzioni sembrano essere più politiche che religiose.

 Matiur Rahman Nizami, insieme agli altri due massimi esponenti di Jel, si sono ripetutamente rifiutati di presentarsi davanti alla Dhaka metropolitan court e per questo sono stati arrestati. Mohammed Qamaruzzaman, vicesegretario generale del partito, ha parlato di “cospirazione contro l’islam e i musulmani”: “Si tratta di un gioco politico, un caso falso costruito ad arte per eliminare l’islam dal Paese”.

 I tre leader arrestati resteranno in prigione per 16 giorni per rispondere alle domande degli investigatori.