Ad Agadir il mondo si divide sulla caccia alle balene
La riunione della Commissione Internazionale sulla preservazione delle balene, in corso in questi giorni in Marocco, in stallo per le accuse di corruzione contro il Giappone e altri Paesi promotori della caccia ai cetacei. Sempre piĆ¹ vicina la proposta di un ritorno al commercio controllato della carne di balena, dopo 24 anni moratoria.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) –   Dopo 24  anni di divieto, il commercio di carne di balena potrebbe ritornare legale. È quanto emerge dalle prime sedute dell’International whaling commission (Iwc) in corso ad Agadir in Marocco. Ad essa partecipano gli 88 Paesi sottoscrittori della moratoria per la preservazione dei cetacei, tra cui il Giappone,  che uccide ogni anno oltre mille esemplari con la scusa di scopi scientifici. In queste ore lo scontro tra avversari della caccia, come l’Australia, e promotori di questa pratica rende sempre più vicina una soluzione di compromesso: mantenere la moratoria, ma concedere delle quote alle tre nazioni che cacciano, quali Giappone, Norvegia e Islanda. 

Ad accendere i toni dell’incontro, iniziato ieri, sono state le accuse di corruzione contro il Giappone fatte nei giorni scorsi dal quotidiano britannico Sunday Times. Secondo il giornale, Tokyo avrebbe pagato gli organizzatori e i Paesi più poveri dell’Iwc per raccogliere il numero di voti necessario all’abolizione della moratoria. La notizia ha spinto l’Iwc a sospendere il diritto di voto a 17 Paesi, con il pretesto di non aver pagato l’annuale sottoscrizione alla commissione, portando la seduta a una fase di stallo. Da parte sua il Giappone ha minacciato la sua uscita dell’Iwc, se entro il 25 giugno non si giungerà a una soluzione.

Il compromesso proposto dall’Iwc, consente al Giappone la caccia di  balene a fini commerciali nelle sue acque, con la promessa di ridurre nei prossimi 10 anni il numero di esemplari cacciati del 50%. Questa soluzione  bloccherebbe le continue incursioni “scientifiche” delle baleniere di Tokyo nell’Oceano antartico, il santuario dei cetacei dove dall’86 a oggi sono stati uccisi oltre 10mila cetacei, 1075 nel solo 2006.

Favorevoli alla proposta sono Stati Uniti, Germania , Danimarca, Austria, Olanda, Belgio, Irlanda e Nuova Zelanda. Quest’ultima abbandona a sorpresa la linea dura dell’Australia, che sostenuta dai gruppi ambientalisti annuncia invece di voler lottare per un ulteriore irrigidimento della moratoria.