Russia e Cina sfrutteranno insieme i ricchi giacimenti siberiani
Il premier russo Putin arriva a Pechino, per due giorni di incontri con i leader cinesi. Attesi importanti accordi per energia e commercio, ma si parlerĂ  anche di politica internazionale, Iran, Corea del Nord e crisi finanziaria globale.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Accordi sull’energia, Iran e politica internazionale saranno al centro dei colloqui tra i leader cinesi e il premier russo Vladimir Putin, che oggi arriva in visita  Pechino e che da domani avrà due giorni di colloqui coi leader locali, compresi il presidente Hu Jintao e il premier Wen Jiabao.

L’attesa è alta per la possibilità di ricerche congiunte per individuare e sfruttare i notevoli giacimenti di carbone, ferro e metalli preziosi della Siberia orientale. Fonti di stampa parlano di 205 progetti già approvati dai presidenti Hu Jintao e Dimitri Medvedev, durante l’incontro a New York del 23 settembre.

Nel 2009 la Russia ha già siglato accordi per la fornitura di petrolio alla Cina per 100 miliardi di dollari, ma ha intenzione di vendere anche il proprio gas. La russa Transneft cerca di completare entro i prossimi mesi il primo settore del gasdotto tra la Siberia Orientale e l’Oceano Pacifico, per portare il gas in via diretta alla Cina, mentre oggi deve passare tramite il Kazakistan. Mosca, dopo avere per anni rifornito soprattutto i mercati europei, cerca ora altre destinazioni per la propria energia e si incontra con la Cina, affamata di energia e pronta a pagare prezzi anche maggiori pur di accaparrarsi le fonti. Peraltro la Cina a dicembre inizierà a pompare il gas turkmeno, tramite un gasdotto di 7mila chilometri che può portare 40 miliardi di metri cubi annui, circa la metà dell’attuale produzione interna cinese. Nel 2006 la russa Gazprom si era detta disponibile a realizzare due gasdotti dalla Russia alla Cina, ma l’opera è ferma e i responsabili della ditta dicono tuttora che c’è un “notevole divario” tra le rispettive proposte economiche.

Esperti commentano che l’energia è per i due Stati un interesse più forte dei possibili contrasti e li spinge a una stretta collaborazione.

Negli ultimi anni gli scambi commerciali tra i due Paesi sono cresciuti rapidi fino a 56 miliardi di dollari nel 2008, che per il 56% sono costituiti da petrolio e metalli.

Analisti commentano che le posizioni tra i due Stati non sono mai state così vicine, specie grazie alle comuni vedute nella politica internazionale. Inoltre sono venute meno le dispute territoriali lungo il confine di oltre 4mila chilometri.

I due Paesi fanno parte del Bric (Brasile, Russia, India, Cina), gruppo che rivendica un maggior potere per i Paesi emergenti.

Inoltre sono membri della Shanghai Cooperation Organization, che comprende anche Uzbekistan, Tagikistan, Kazakistan e Kirghizistan i cui premier si riuniranno il 14 ottobre a Pechino. La Sco rivendica un maggior ruolo politico internazionale e ha all’ordine del giorno la questione iraniana.

Si prevede anche uno scambio di idee sulla Corea del Nord, dopo che la settimana scorsa il premier Wen è stato a Pyongyang e ha incontrato il leader Kim Jong-Il convincendolo a riprendere i colloqui a 6, che includono la Russia, sul programma nucleare nordcoreano.