Teheran darà all’AIEA un’agenda per le ispezioni alla centrale atomica di Qom
Lo ha dichiarato il responsabile del programma nucleare iraniano. Ma il presidente del Parlamento afferma che il “trambusto” per la nuova centrale è “una manovra” occidentale per costringere il suo Paese a “sottomettersi”.
Beirut (AsiaNews) – L’Iran comunicherà presto all’Agenzia per l’energia atomica (AIEA) un’agenda per le ispezioni alla centrale nucleare di Qom (nela foto: il sito). Lo ha dichiarato il capo dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica, Ali Akbar Salesi, in un’intervista all’agenzia statale Press Tv. Ma, come sempre fanno gli iraniani, alla apparente disponibilità di un esponente governativo fa da contraltare quella di un altro leader.
 
Anche in questo caso: le affermazioni di Salehi sono state fatte ieri, a tre giorni dall’atteso incontro che giovedì vedrà riuniti a Ginevra, in Svizzera, i rappresentanti dell’Iran e quelli del “5+1”, cioè i cinque membri del Consiglio di sicurezza (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia) più la Germania. Oggi, però, la stessa agenzia riporta una dichiarazione del presidente del parlamento Ali Larjiani – in precedenza era responsabile proprio dei negoziati con l’AIEA - secondo il quale “l’improvviso trambusto” sulla nuova centrale per l’arricchimento dell’uranio è una manovra occidentale per innalzare la tensione internazionale prima dei cruciali colloqui sul nucleare.
 
Il giorno prima Salehi aveva aggiunto che “l’Iran vuole tentare di risolvere la questione sia sul piano politico che su quello tecnico” e che “l’Iran ha preso tutte le precauzioni per salvaguardare le sue centrali nucleari”. Sulla stessa linea, ancora ieri, il delegato iraniano all’AIEA, Ali Asghar Soltanieh, che aveva detto alla BBC che gli ispettori dell’Agenzia avrebbero potuto iniziare i controlli a Qom “in un prossimo futuro”, ma senza indicare date. Oggi Larjiani ha sostenuto che le potenze occidentali “mirano a imporre la loro volontà sul Paese durante i prossimi negoziati” e “costringere l’Iran a sottomettersi”.
 
Viste insieme, le dichiarazioni fanno pensare più a una manovra in vista dell’incontro di Ginevra che a reali contrasti all’interno del regime, pur diviso com’è. (PD)