Orissa: nuova assoluzione per un politico del Bjp responsabile dei massacri contro i cristiani
di Ajaya Kumar Singh
Manoj Pradhan, membro del partito nazionalista indù e parlamentare in Orissa, è stato prosciolto dall’accusa di omicidio di Kantheswar Digal, 60 enne cattolico del villaggio di Sankarakhole. Durante il processo avevano deposto testimoni oculari confermando le accuse e le responsabilità di Pradahn. Il vescovo di Bhubaneshwar chiede di trasferie i processi fuori dell'Orissa.
Bhubaneshwar (AsiaNews) -  Un esponente del partito nazionalista indù, accusato per l’omicidio di un cristiano in Orissa,  è stato assolto per mancanza di prove.  Manoj Pradhan, del Bharatiya Janata Party (Bjp) era accusato di aver contribuito a uccidere Kantheswar Digal, 60 enne cattolico del villaggio di Sankarakhole.
 
È l’ennesima assoluzione ottenuta dal politico indù, parlamentare dell’Orissa, imputato in numerosi processi per i pogrom anti-cristiani del 2008. Pradhan era stato incarcerato nell’ottobre scorso, ma questo non gli aveva impedito la candidatura col Bjp e l’elezione all’Assemblea dello Stato alle votazioni di aprile. Le vicende giudiziarie di Pradhan sono un caso politico e le assoluzioni a catena vengono lette dai più come l’ennesimo segno di debolezza della giustizia davanti alle frange più estreme dell’induismo militante.
 
Interpellato da AsiaNews, mons. Raphael Cheenath, vescovo di Cuttack-Bhubaneshwar, afferma che l’assoluzione conferma “la mancanza di buona volontà ad aiutare le vittime e a stabilire la giustizia”. Il prelato invita a “riflettere sulla situazione del sistema giudiziario” e “a trasferire i processi al di fuori dei tribunali dell’Orissa”. 
 
La sentenza è stata emessa nel primo anniversario della scomparsa di Kantheswar Digal. Il 60 enne cattolico di Sankarakhole era riuscito a fuggire a Bhubaneshwar, con la moglie e l’unico figlio, dopo i primi attacchi contro i cristiani. Preoccupato per la sorte dell’abitazione, del negozio e del suo piccolo gregge di capre, frutto del lavoro di una vita, era però rientrato da solo al villaggio in settembre. I familiari raccontano che non aveva intenzione di restare a Sankarakhole perché la situazione era molto tesa, ma mentre si apprestava a tornare nella capitale dell’Orissa è incappato in un gruppo di estremisti indù.
 
Il 24 settembre Kantheswar era a bordo di un autobus pubblico quando i fondamentalisti, capitanati da Pradhan, hanno bloccato il veicolo e sequestrato il 60enne trascinandolo con loro nella foresta. Il tutto sotto gli occhi di molte persone in un’ora di punta del traffico locale. Rajendra, figlio 28enne di Kantheswar, scoperta la scomparsa del padre ha subito sporto denuncia. Ma il giovane racconta: “La polizia non si è interessata al caso. Dopo 12 giorni il suo corpo è stato rinvenuto a 40 chilometri dal nostro villaggio: nudo, con la faccia sfregiata dall’acido ed il sesso deturpato”.
 
La notizia dell’assoluzione di Manoj Pradhan lascia senza parole i familiari di Kantheswar e la comunità cristiana di Sankarakhole. L’accusa ricorrerà in appello, ma il figlio Rajendra ha poche speranze. Durante il processo testimoni oculari hanno descritto la scena del sequestro e confermato la presenza di Pradahn. Ma anche le loro deposizioni non hanno convinto la Corte a condannare il politico del Bjp.
(ha collaborato Nirmala Carvalho)