Scandalo del latte in polvere velenoso, taciuto per mesi per non turbare le Olimpiadi
Denunciato già da giugno all’autorità competente, ma ai media fu proibito parlarne per non dare una cattiva immagine. Ora la produttrice Sanlu accusa di contraffazione i fornitori di latte. Ma l’opinione pubblica chiede indagini serie. Esperti: Pechino deve dimostrare la volontà di stroncare simili contraffazioni.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Almeno da giugno la nocività del latte in polvere della ditta Sanlu era stata denunciata alla competente Amministrazione generale per la supervisione della qualità, l’ispezione e la quarantena. A luglio ne ha parlato una tv locale dell’Hunan, allarmata per l’elevato numero di bambini ricoverati con calcoli ai reni. Ma tutto è stato messo a tacere per evitare scandali prima delle Olimpiadi, persino proibendo ai media di parlarne.

Già 78 persone sono state sentite sulla presenza di melamina (o tripolicianamide, sostanza che può produrre calcoli ai reni, molto usata nella produzione di plastica e fertilizzanti) in migliaia di tonnellate di latte in polvere della ditta Sanlu, che si ritiene abbiano causato la morte di un bambino e calcoli ai reni a decine di altri.

Secondo Xinhua la Sanlu, leader del settore, aveva ricevuto doglianze già a marzo, quando molti genitori hanno lamentato urina “rossa” e calcoli renali nei figli. Era certa della contaminazione almeno da agosto: ma l’ha sempre negata fino a 2 giorni fa. Ora si difende accusando i produttori di avere aggiunto al latte la sostanza insieme ad acqua per aumentare il profitto: la molecola della melamina è simile a quella delle proteine e può far sembrare l’alimento ricco di nutrimento, se si compiono esami solo parziali.

Ma esperti e opinione pubblica sono scettici e si chiedono come mai la potente Sanlu non lo abbia scoperto e denunciato prima e quanti produttori disonesti debbono esserci per contaminare le 2.176 tonnellate di prodotto che la ditta ha deciso di trattenere e le 8.210 tonnellate richiamate indietro; come mai siano disonesti solo i fornitori della Sanlu, non quelli di altre ditte.

Sono stati colpiti soprattutto i migranti e le famiglie povere del Gansu e di altre zone, che hanno scelto il prodotto per il basso costo (18 yuan a confezione, 1,8 euro), rispetto a marche estere ritenute più sicure ma care.

“Il prezzo di 18 yuan – dicono nutrizionisti come  Mao Deqian del Centro per controllo e prevenzione di malattie – non copre nemmeno i costi di manifattura”.

Ieri molti genitori hanno stazionato davanti agli uffici centrali della ditta a Shijiazhuang. Quando i dirigenti si sono rifiutati di incontrarli, hanno gridato loro che sono “assassini di un bambino”. In 2 giorni sul portale ufficiale Sina.com sono arrivati oltre 44mila commenti che chiedono soprattutto un’attenta ispezione e punizioni severe. Tutti si chiedono se siano sicuri gli altri prodotti della Sanlu, se siano sicure le altre marche di latte in polvere economiche. Molti dicono che Pechino dovrà mostrare se vuole davvero stroncare simili fenomeni e proteggere la popolazione, o soltanto assicurare la sicurezza alimentare per i vip stranieri del villaggio olimpico.

Si prevedono contraccolpi nel commercio internazionale: la melamina è già stata trovata nel 2007 nel cibo per animali esportato che ha ucciso decine di cani e gatti negli Stati Uniti e il timore è che sia usata con frequenza come additivo alimentare, senza essere individuata da controlli pubblici non adeguati. Se ne parlerà nell’incontro sulla sicurezza dei prodotti previsto per la settimana prossima tra Cina, Stati Uniti ed Unione europea.