La chiesa vietnamita attende libertà, gioia, vocazioni: i frutti della Gmg
di JB. VU
Vescovi ed educatori si interrogano sul modo in cui la Gmg può rinnovare la vita delle comunità giovanili nel Paese, segnate da droga, AIDS, aborti e mancanza di speranza.

Ho Chi Minh City (AsiaNews) –La Chiesa vietnamita chiede ai giovani pellegrini che rientreranno dalla Gmg in Australia di diffondere il messaggio del Papa, condividendolo con “amici, familiari e fedeli delle parrocchie di appartenenza”. In particolare si domanda ai giovani di condividere con chi è rimasto a casa il messaggio di “amore e speranza” che è stato lanciato da Benedetto XVI ai giovani riuniti a Sydney.

Il messaggio del Papa riguarda da vicino i giovani di Ho Chi Min City, che spesso si sentono emarginati dal contesto sociale e devono fronteggiare gravi problemi. Nella ex Saigon vi sono più di 23mila ragazzi con problemi di droga, i sieropositivi e i malati di AIDS oltre 38mila e i casi di aborto al mese sono più di 1000. Per sfuggire a una realtà segnata dalla difficoltà e dalla sofferenza, oltre 50mila giovani hanno abbandonato la città, in cerca di fortuna all’estero.

Mons. Paul Nguyen Van Doc, vescovo di My Tho, sottolinea il “profondo legame che Benedetto XVI ha saputo instaurare con i giovani”, un rapporto che non è fatto tanto di “parole” ma è il riflesso di “un donarsi in modo completo e totale a Dio, all’insegna dell’amore verso il prossimo e della speranza”. In una realtà segnata dalle difficoltà e dalla crisi della famiglia, un tempo alla base della società vietnamita, egli invita i ragazzi a diventare “testimoni concreti del messaggio di amore verso i propri cari e verso Dio”.

Un giovane della parrocchia di Bach Dang spiega l’interesse dei giovani vietnamiti per la Giornata mondiale della gioventù: “Attraverso i siti cattolici – racconta Duy – ho ascoltato le parole che il Papa ha rivolto ai pellegrini, ho udito la voce di centinaia di migliaia di giovani di tutto il mondo riuniti a Sydney. Spero che un giorno possa accadere la stessa cosa anche a noi vietnamiti… mi auguro che prima o poi il Papa possa venire in Vietnam”. Una insegnante delle scuole elementari della città invita il governo a dedicare maggiore attenzione a quanti chiedono di partecipare a incontri di carattere religioso nel mondo. “Un celebre motto del Paese dice che ‘vedere è credere’ – afferma la giovane Hong – Spero che il governo dia anche a noi giovani vietnamiti la libertà di partecipare a nuovi incontri spirituali internazionali. Il desiderio è ricreare nelle nostre parrocchie lo stesso slancio ed entusiasmo della Gmg e far nascere nuove vocazioni missionarie”.