In tutto il Medio Oriente la sfida è essere “veri” cristiani e quindi davvero liberi
Riunione comune di cattolici, ortodossi e protestanti libanesi per interrogarsi sulla presenza cristiana nel Paese. Essa, per il patriarca Sfeir offre un fattore positivo; il catholicos armeno Aram I sottolinea il “dialogo di vita” con i fratelli musulmani.
Beirut (AsiaNews) – Come fare fronte alla diminuzione dei cristiani in Libano ed in tutto il Medio Oriente. E’ l’interrogativo di fondo sul quale tutte le Chiese libanesi si interrogano, da ieri, nel corso di una riunione straordinaria (nella foto) della durata di quattro giorni, che vede insieme cattolici, ortodossi ed evangelici.
 
Presenti il patriarca maronita Nasrallah Sfeir, quello greco-cattolico Gregorio III, il catholicos armeno Aram I, il metropolita Elias Audeh ed il nunzio Luigi Gatti, circa 200 sacerdoti, religiosi e laici si interrogano sulla “Presenza cristiana in Libano”. Essa porta una tradizione culturale e spirituale certamente positiva per tutti, musulmani compresi. La sua diminuzione è quindi un male, del quale il card. Sfeir ha incolpato l’emigrazione ed il modo di essere cristiani. La fuga dalla patria, a giudizio del patriarca maronita, va imputata in primo luogo ala “tragica situazione” politica che “ha trascinato il Paese sull’orlo dell’abisso”. La “grande sfida”, però, a suo avviso, è essere “davvero cristiani”. “Il Figlio di Dio ci ha liberati. Siamo liberi. E’ in questa libertà che risiedono i nostri valori ed il nostro destino”.
 
Aram I, dal canto suo, ha sottolineato l’impegno missionario che la Chiesa deve avere, evidenziando come le attività sociali ed educative che essa porta avanti siano “una dimensione essenziale della vita cristiana”.
 
Mons. Gatti, infine, ha parlato della presenza cristiana come “aspetto essenziale e necessario dell’identità del Libano” ed ha sostenuto che il fenomeno migratorio ha motivi interni ala comunità ed anche “certamente delle cause esterne” per far fronte alla quali “occorre essere cristiani nel modo più completo e profondo possibile”.