Leader musulmano: le Corti islamiche non sono una cura, ma un problema
Javed Ahmed Ghamidi, membro del Consiglio dell’ideologia islamica ed uno dei più rispettati studiosi islamici del Pakistan, rigetta la proposta di introdurre nelle aree tribali del Paese delle Corti di stampo musulmano ed avverte il governo: l’estremismo si combatte non facendo concessioni.
Islamabad (AsiaNews) – Javed Ahmed Ghamidi, uno dei più autorevoli studiosi islamici del Pakistan, contesta la proposta di istituire delle Corti islamiche nelle aree tribali del Paese, perché “un problema non si cura creandone uno più grosso”. Ghamidi, noto per il suo tentativo di modernizzare l’islam, ha poi sottolineato che “la legge, e non la sua interpretazione, deve essere sovrana”.
 
La presa di posizione dello studioso si inserisce nell’ampio ed inusuale dibattito che ha provocato in Pakistan la proposta di legge presentata dal governo ad interim della provincia della Frontiera nord-occidentale (Nwfp). Questa ha infatti deciso di emendare il suo sistema giudiziario di stampo islamico – lo Shariah Nizam-e-Adl, approvato nel 1994 – per introdurre le nuove Corti Qazi, che verranno chiamate a sostituire la Corte Suprema di Peshawar, laica, in caso di ricorso giudiziario.
 
Secondo alcuni analisti, questa decisione separerà le aree tribali della Swat, del Dir e di Chitral dal resto della regione: esse riceveranno un trattamento speciale, basato su leggi di stampo religioso. Secondo il nuovo schema, infatti, i giudici dovranno seguire dei corsi di “perfezionamento islamico”, e saranno costretti a nominare degli “aiutanti” in sede di giudizio. Questi saranno scelti nel novero dei religiosi locali.
 
La proposta è stata criticata da attivisti per i diritti umani e da giuristi laici, che la ritengono un tentativo di introdurre l’islam radicale nel Paese. Ghamidi, membro del Consiglio dell’ideologia islamica, va oltre: “Il governo deve capire che l’estremismo religioso è una piaga che può essere combattuta soltanto mantenendo la mano ferma, senza cedere nulla. Concedere le Corti Qazi significa mantenere impuniti crimini orrendi, che verrebbero senz’altro perdonati da uomini che guardano a Maometto con occhi distorti”.