Un progetto contro il traffico di esseri umani
di Kalpit Parajuli
Dal 1992 la Caritas in Nepal lotta contro il traffico di esseri umani. Un flagello in aumento, spesso favorito dagli stessi parenti e spacciato per “lavoro”. Una serie di incontri a ogni livello per sensibilizzare sul problema i giovani, cattolici e non.

Kathmandu (AsiaNews) – Un progetto contro il traffico di esseri umani è stato presentato dalla Caritas nepalese il 27 ottobre ai giovani cattolici, dopo la messa del sabato. Padre Shilas Bogati, direttore della Caritas locale, ha incitato i giovani a “vigilare” contro questa “attività inumana”.

“A volte – ha spiegato Rupa Rai della Caritas nepalese – il padre, la madre, i fratelli della vittima sono coinvolti nel traffico”. Per questo “occorre che ogni gruppo religioso svolga al più presto un’attività di informazione, a ogni livello”. La situazione e la giustizia per le donne saranno anche affrontate dalla riunione della Conferenza episcopale prevista a febbraio.

Laxmi Pokharel, esperta del problema, ha detto che “la radice del crescente traffico di esseri umani è la povertà. Molti ragazzi sono sfruttati con il pretesto che gli si offre lavoro, sia nel Nepal che all’estero”. Tra le cause dello sfruttamento, ha indicato anche “la credenza indù che se una ragazza si sposa prima delle mestruazioni andrà in paradiso”: per contrastarla occorre che si sia un obbligo di registrazione pubblica dei matrimoni.

I circa 40 giovani ascoltatori hanno apprezzato l’incontro, “utile non solo per i giovani cattolici ma per tutti i giovani”, come osserva il laureato Robin Shrestha.

In Nepal la Caritas lotta dal 1992 contro i mali sociali, occupandosi anche del recupero e della educazione dei giovani.