Solidarietà al "poverino" O'Connor, cristiano torturato dalla polizia saudita
di Lorenzo Fazzini

Intervista all'on. Mario Scialoja, presidente della Lega musulmana mondiale (Roma)


Roma (AsiaNews) – La prigionia e le torture a Savio O'Connor "sono un caso isolato". È l'opinione di Mario Scialoja, ex ambasciatore italiano in Arabia Saudita, convertito all'Islam nell'87. In un'intervista ad AsiaNews, Scialoja afferma che nel regno dei Saud "è ufficialmente proibito l'esercizio del culto delle altre religioni", anche se vi è "una tolleranza di fatto". Scialoja dice di "non approvare le limitazioni alla libertà religiosa". L'accusa di uso di droghe – inventata dalla polizia saudita per imprigionare il cattolico indiano - ndr -  "è molto grave in Arabia" perché "è difficile uscirne". Scialoja dirige la sezione italiana della Lega musulmana mondiale, a Roma.

Ecco l'intervista completa:

On. Scialoja, da molto tempo a Riad il cittadino indiano O'Connor è in carcere con l'accusa di aver predicato Gesù Cristo. Cosa ne pensa?

In Arabia Saudita è ufficialmente proibito l'esercizio del culto di altre religioni. In realtà è tollerato: sacerdoti e vescovi si recano in Arabia Saudita e possono celebrare la messa. A condizione che lo facciano in estrema riservatezza, in luoghi chiusi e senza pubblicità. È una tolleranza pratica, comunque non soddisfacente. L'ultimo caso simile a quello che lei mi riferisce è avvenuto nel 1988: un sacerdote e un gruppo di fedeli filippini furono arrestati perché celebravano la messa in un luogo pubblico. I fedeli furono subito rilasciati, il sacerdote dopo 7 giorni e fatto uscire dal paese.

Il prigioniero O'Connor è stato picchiato e torturato dalla polizia religiosa …

Ho saputo del caso O'Connor solo da un'email di ieri. È assolutamente un caso isolato, l'ultimo di cui mi ricordo è quello del 1988.

O'Connor è stato accusato di aver predicato Gesù, di uso di droga e vendita di liquori: accuse diverse, non le pare? La famiglia sostiene che quella di droga sia stata inventata …

Se un italiano viene arrestato per una rapina con scasso in cui uccide un tabaccaio, viene processato sia per rapina che per omicidio. Penso che la posizione del poverino [O'Connor, ndr], per il quale provo una grande simpatia e solidarietà umana, sia grave per l'accusa di droga, che in Arabia è molto grave e da cui è difficile uscire.

Appoggia la campagna di scarcerazione per il prigioniero O'Connor, in carcere per motivi religiosi?

Ho sempre detto quello che penso: non approvo la limitazione alla pratica religiosa. Dobbiamo comunque tener conto che in Arabia Saudita vi è una tolleranza di fatto.

Potrà avvenire il riconoscimento ufficiale della libertà religiosa in Arabia Saudita?

Inshallah. Non lo so, dipende dai sauditi.

In Arabia 15 attivisti per i diritti umani sono in prigione. Sono  tutti musulmani. Come giudica questo fatto?

Mesi fa c'è stato un appello al principe ereditario da parte di un grosso numero di intellettuali e di membri minori della famiglia reale. L'appello chiedeva un'apertura democratica nel paese. In seguito a questa richiesta, il principe ereditario sta mettendo mano a una serie di riforme: alcune settimane fa 900 imam radicali sono stati allontanati da università civiche. Re Fahad ha poi avviato il progetto per la costituzione di assemblee regionali elettive. È in corso, per una meritoria azione del principe ereditario, un processo per arrivare a un clima di maggior partecipazione popolare, per ora solo a livello regionale, più avanti anche nazionale. Questi movimenti di riforma ci sono, penso che l'Occidente dovrebbe incoraggiarli.

Intanto, 15 cittadini musulmani che chiedono riforme democratiche sono in carcere …

Questo è possibile. Quando ero ambasciatore, arrestarono un imam che teneva sermoni contro la famiglia reale. Lo presero, lo sbatterono in prigione con una cinquantina di persone e qualche settimana dopo furono tutti rilasciati. Insomma, non successe niente. L'Arabia Saudita non si può annoverare tra quei paesi che reprimono in modo feroce la dissidenza.