Il Papa scrive ai cristiani martoriati di Ambon

Arrestata la famiglia di un leader cristiano indipendentista, mentre si sospetta l'arrivo di miliziani della Laskar Jihad


Roma (AsiaNews) –Giovanni Paolo II ha inviato un telegramma di cordoglio al vescovo di Amboina, per le vittime degli scontri tra cristiani e musulmani, chiedendo la fine immediata della violenza scoppiata la settimana scorsa.

Questo è il testo del telegramma del Papa, inviato a Mons. Petrus Canisius Mandagi tramite il Card. Sodano, Segretario di Stato: "Sua Santità Giovanni Paolo II è stato informato della nuova esplosione di violenza ad Ambon, che ha causato la perdita di molte vite, feriti gravi, saccheggi e incendi di case, scuole e chiese. In questo momento di sofferenza e forte inquietudine, Egli intende assicurare a tutta la comunità cristiana il proprio affetto paterno e solidarietà e la sentita preghiera affinché siano ripristinati ordine pubblico e relazioni pacifiche tra diverse religioni e gruppi sociali. Sua Santità ha pregato Dio, nostro Padre misericordioso, di concedere la pace a coloro che sono morti e conforto e consolazione a tutti coloro che sono nella sofferenza e nel pianto.

A Te, pastore della comunità cattolica, ai sacerdoti, ai missionari, ai religiosi e alle religiose e a tutti i fedeli, il Santo Padre imparte di cuore la Sua benedizione apostolica, come pegno di fortezza nel Signore".

Malgrado gli scontri si siano placati nelle ultime ore, ad Ambon c'è ancora tensione e la paura ha fatto diminuire bruscamente i contatti con l'isola, compresi i voli aerei.

Il ministro ad interim per gli affari politici e la sicurezza Hari Sabarno ha chiesto ai leader dell'organizzazione islamica fondamentalista Laskar Jihad (LJ) di non inviare militanti ad Ambon, come annunciato nei giorni scorsi. Il ministro ha ordinato a esercito e polizia di impedire l'ingresso di membri dell'organizzazione. Ma tra i cristiani dell'isola si vocifera che migliaia di militanti del LJ sono entrati nelle Molucche attraverso i piccoli porti di Namlea (isola di Buru) e Hitu (costa settentrionale di Ambon).

L'anno scorso, il leader musulmano Jafar Umar Thalib, comandante delle milizie del LJ che hanno ucciso centinaia di cristiani nel precedente conflitto delle Molucche (1999-2001), è stato rilasciato dal tribunale di Jakarta.

Sabato 1 maggio la polizia ha fatto irruzione nella casa di Alex Manuputty e ha trovato una lista con i nomi di 295 membri del Fkm, che ora cerca di scovare. Dopo aver sequestrato diverse cose, tra cui 2 bandiere della RMS, gli agenti hanno arrestato Oly Manuputty e la figlia Christina, più altre 2 donne che erano in casa, in quanto "sospette". Alex Manuputty è un leader del movimento separatista Sovereignity Moluccas Front (Fkm), che vuole costituire una Repubblica delle Molucche del Sud (RMS) indipendente, attualmente negli USA.

Alex Manuputty e un suo compagno, Samuel Waileruni, erano stati arrestati nel 2002 e condannati a 3 anni di carcere per aver invitato i loro seguaci a issare bandiere separatiste. L'anno scorso, Manuputty - secondo cui il sistema giudiziario indonesiano discrimina i cristiani – è fuggito negli Stati Uniti in attesa di appellarsi alla Corte Suprema. Le autorità indonesiane hanno bandito la sua organizzazione per aver indetto un referendum di autodeterminazione simile a quello di Timor Est sotto la supervisione delle Nazioni Unite.

Intanto, nelle Molucche cresce il bilancio delle vittime: un ragazzo di 16 anni, Ricky Jacob Mahulette, del villaggio di Latuhalat, è stato ucciso da un cecchino mentre pescava con altre 18 persone. Gli scontri finora hanno causato 37 morti e 211 feriti, di cui 86 ancora in ospedale. (MR)