12/09/2024, 11.28
SINGAPORE
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Papa da Singapore: 'Il progresso non escluda chi resta ai margini'

Nel discorso alle autorità nel crocevia commerciale e finanziario del Sud-est asiatico Francesco ha esaltato il modello di pace e collaborazione tra genti diverse che la città-Stato incarna. Ma ha anche chiesto un "salario equo" per i migranti e attenzione alla famiglia e alle relazioni umane nelle metropoli del mondo digitale. Il modello di un "multilateralismo fondato su regole condivise" nel mondo di oggi dilaniato dai conflitti.  

Singapore (AsiaNews) - Un modello di ciò che può diventare il mondo là dove genti diverse si mettono insieme per il bene di tutti. Ma - nella Singapore dei grattacieli modernissimi e dei grandi flussi finanziari - anche un monito a non fermarsi al pragmatismo dell’efficienza e dei risultati, dimenticando chi rimane ai margini. O - peggio ancora - è costretto a lavorare in situazioni di semi-schiavitù per rendere possibile il benessere degli altri.

È il messaggio che papa Francesco ha lanciato questa mattina da Singapore, nel suo primo discorso pronunciato davanti alle autorità, ai rappresentanti della società civile e al corpo diplomatico della metropoli-crocevia del Sud-est asiatico, ultima tappa di questo suo lungo viaggio apostolico in Asia e Oceania.

Il pontefice ha parlato nell’auditorium dell’Università Nazionale di Singapore, con accanto una particolare nuova variente di orchidea che questo Paese gli ha dedicato in occasione di questa vista. Vicino a lui il presidente Tharman Shanmugaratnam, con cui aveva avuto un colloquio privato alla Parliament House, prima di incontrare anche il giovane primo ministro Lawrence Wong, che a maggio ha incarnato il ricambio generazionale alla guida della città-Stato. Significativamente - più tardi, alla St. Francis Xavier Retreat Centre, dove risiede in questi giorni - il pontefice ha però ricevuto anche l’ex premier Lee Hsien Loong, l’oggi 72enne figlio di Lee Kuan Yew, il “padre fondatore” della moderna Singapore che l’ha guidata dal 1959 al 1990 e a cui Francesco stesso nel suo discorso ha voluto rendere omaggio nel suo discorso, per il “forte impulso dato alla rapida crescita e trasformazione del Paese”.

“Una storia di crescita e resilienza”, l’ha definita il pontefice, osservando come Singapore “non solo abbia prosperato economicamente, ma che si sia sforzata di costruire una società nella quale la giustizia sociale e il bene comune sono tenuti in grande considerazione”. All’ombra dei suoi grattacieli non mancano però i pericoli che attraversano l’economia globale di oggi: papa Francesco ha segnalato in particolare “il rischio che un certo pragmatismo e una certa esaltazione del merito comportano, vale a dire la conseguenza non intenzionale di legittimare l’esclusione di coloro che si trovano ai margini dei benefici del progresso”.

Il papa ha auspicato che “venga prestata particolare attenzione ai poveri, agli anziani - le cui fatiche hanno gettato le fondamenta per la Singapore che conosciamo oggi - e anche per tutelare la dignità dei lavoratori migranti, che molto contribuiscono alla costruzione della società, e ai quali occorre garantire un salario equo”. Francesco ha citato anche le luci e le ombre delle nuove frontiere digitali, altro volto importante della Singapore di oggi: “I rapidi sviluppi nell’uso dell’intelligenza artificiale - ha detto - non possono farci dimenticare che è essenziale coltivare relazioni umane reali e concrete; e che queste tecnologie si possono valorizzare proprio per avvicinarsi gli uni agli altri, promuovendo comprensione e solidarietà, e non per isolarsi pericolosamente in una realtà fittizia e impalpabile”.

In tutto questo Singapore porta la sua esperienza unica di armonia tra etnie, culture e religioni: “Il raggiungimento e la conservazione di questa positiva inclusività - ha commentato Francesco - sono favoriti dall’imparzialità dei poteri pubblici, impegnati in un dialogo costruttivo con tutti, rendendo possibile che ognuno apporti il suo peculiare contributo al bene comune e non consentendo all’estremismo e all’intolleranza di acquisire forza e di mettere in pericolo la pace sociale”. Condizioni, queste, che sono stati “determinanti per il successo e la stabilità ottenuti da Singapore, per uno sviluppo non conflittuale e caotico, ma equilibrato e sostenibile”.

Ma è un ruolo - ha aggiunto papa Francesco - che Singapore è chiamata a giocare anche nell’ordine internazionale, minacciato oggi da conflitti e guerre sanguinose. “Mi rallegro che abbia meritoriamente promosso il multilateralismo e un ordine basato su regole da tutti condivise. Vi incoraggio a continuare a lavorare per l’unità e la fraternità del genere umano, a beneficio del bene comune di tutti”.

Su questo il pontefice ha indicato in particolare due campi: innanzi tutto il ruolo della famiglia, le cui fondamenta oggi – ha osservato – “sono messe in discussione e rischiano di venire indebolite”, mentre invece deve poter continuare a “trasmettere i valori che danno senso e forma alla vita e di insegnare ai giovani a formare relazioni solide e sane”. E poi la crisi ambientale: “La vostra posizione unica – ha detto Francesco alle autorità di Singapore - vi offre accesso a capitali, tecnologie e talenti, risorse che possono guidare l’innovazione per prendersi cura della salute della nostra casa comune”.

La città-Stato è un “brillante esempio di ciò che l’umanità può realizzare lavorando insieme in armonia, con senso di responsabilità e con spirito di inclusività e fraternità – ha concluso il pontefice -. Vi incoraggio a continuare su questa strada, confidando nella promessa di Dio e nel suo amore paterno per tutti”.

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