Pyongyang contro le nuove sanzioni Onu. Dubbi sull’effettiva applicazione
Le Nazioni Unite intendono privare la Corea del Nord di circa 700milioni di dollari all’anno in esportazioni. Per l’autorità nordcoreana si tratta di “un’altra violazione delle Nazioni Unite comandata dagli Stati Uniti”. Pyongyang a Trump: Siamo una potenza nucleare.
Pyongyang (AsiaNews) – Pyongyang ha rigettato le nuove sanzioni economiche approvate il 30 novembre scorso all’unanimità dai 15 Stati membri del Consiglio di sicurezza Onu, che privano il governo nord-coreano di circa 700 milioni all’anno in esportazioni. La sanzione più significativa riguarda l’imposizione di un tetto del 60% nell’export del carbone, di cui il Paese è ricco. A questo si aggiunge il divieto di esportare materiali non-ferrosi come bronzo, nickel e argento, che fruttano circa 100milioni all’anno. E ancora il blocco alla vendita di imbarcazioni o elicotteri e le restrizioni alle libertà di viaggio e spostamento per funzionari governativi e militari.
Resta ora da verificare l’effettiva applicazione delle sanzioni, che compete in larga parte a Pechino quale principale partner economico e commerciale di Pyongyang. Secondo lo studioso e analista Donald Kirk, esperto di questioni nord-coreane, la Cina è il destinatario di circa il 90% delle esportazioni nordcoreane. E finora il governo cinese – il Paese cruciale nell’imposizione delle sanzioni – ha continuato a importare carbone e minerali ferrosi dalla Corea del Nord.
Di contro, Pyongyang dipende dalla Cina per l’importazione del petrolio e per oltre la metà dei prodotti alimentari. Anche la Russia importa carbone e minerali dal confine nordcoreano.
Sebbene l’approvazione delle sanzioni sia destinata a privare la Corea del Nord di centinaia di milioni di dollari all’anno, non vi è certezza che queste saranno rispettate da tutte le nazioni del Consiglio. Questo perché – afferma Kirk – gran parte del commercio con la Cina è informale se non tecnicamente illegale.
Ieri Pyongyang ha condannato duramente le nuove sanzioni. Un portavoce del ministero degli esteri nordcoreano ha annunciato che il Paese “censura e rigetta in modo categorico un altro eccesso di autorità ai danni del Partito del popolo della Repubblica Coreana (Dprk)”. I provvedimenti, aggiunge, sono “una violazione delle Nazioni Unite comandata dagli Stati Uniti”.
La Corea del Nord è soggetta da anni a dure sanzioni economiche da parte delle Nazioni Unite a causa dei continui test nucleari. Le ultime sanzioni, definite “le più pesanti degli ultimi 20 anni”, sono state applicate dal consiglio dell’Onu nel marzo scorso. Subito dopo le elezioni presidenziali americane, un editoriale del Rondong Sinmun del partito dei lavoratori nordcoreano, ha pubblicato un articolo in cui si esorta il neo eletto presidente Donald J. Trump a riconoscere in modo ufficiale la Corea del Nord come uno Stato dotato di armi nucleari.