Due giornalisti turchi liberati per decisione della Corte costituzionale
Il direttore e il capo-redattore di Cumhuriyet avevano pubblicato un reportage sul traffico di armi del governo turco con gli islamisti in Siria. Erdogan li aveva minacciati che avrebbero “pagato un caro prezzo”. Più di 30 giornalisti sono ancora in prigione. La Turchia gli ultimi posti nel mondo per libertà di stampa.
Istanbul (AsiaNews/Agenzie) – Due giornalisti turchi, imprigionati mesi fa per aver rivelato “segreti di Stato”, sono stati liberati per decisione della corte costituzionale.
Can Dundar, il direttore del giornale laico Cumhuriyet (a destra nella foto), e Erdem Gul, redattore capo dell’ufficio di Ankara (a sinistra nella foto), erano stati minacciati e formalmente arrestati lo scorso novembre a causa di un reportage che dimostrava come il governo del presidente Recep Tayyip Erdogan commerciasse in armi con gli islamisti in Siria.
A causa di questi articoli essi erano stati accusati di aver ottenuto e divulgato segreti di Stato “per ragioni spionistiche”, cercando anche una “violenta” caduta del governo turco e aiutando “organizzazioni terroriste armate”.
Ieri però la Corte costituzionale ha cancellato le accuse, dicendo che esse violano la libertà di stampa e stamattina i due giornalisti hanno recuperato la libertà.
Uscendo dalla prigione, Can Dundar ha messo in luce la difficile situazione della libertà di stampa nel Paese: “Noi veniamo liberati, ma vi sono più di 30 colleghi ancora in prigione. Spero che questa decisione [della corte] apra la strada anche per la loro liberazione”.
Il caso implica in modo diretto il presidente Erdogan, la cui firma appariva fra i querelanti dei due giornalisti. Lo stesso Erdogan aveva minacciato i due dicendo che avrebbero “pagato un caro prezzo” per gli articoli pubblicati. Ma la loro sorte e le violazioni contro la libertà di stampa avevano scatenato molte critiche internazionali contro Ankara.
Secondo Reporters sans frontières, in una lista sulla libertà di stampa nel mondo, la Turchia è al 149mo posto su 180 Paesi.
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